Renzi visita in carcere, poi al Bo
Fondi per tenere i cervelli

Venerdì 28 Ottobre 2016
Matteo Renzi
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PADOVA - Dopo l’annullamento del comizio in programma per ieri alle 21 in fiera - il presidente del consiglio ha visitato i paesi del centro Italia colpiti dal sisma - oggi mattinata tutta padovana per Matteo Renzi, in una città blindata per le annunciate proteste dei centri sociali
 

 

Alle 8.30 il presidente del consiglio è arrivato al carcere Due Palazzi, dove ha visitato i laboratori di pasticceria gestiti dalla cooperativa Giotto. Il premier, accompagnato dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, è rimasto all'interno del carcere per un'ora. Tante le mani strette ad altrettanti carcerati che lavorano nei laboratori della casa circondariale. Renzi ha affrontato lo spinoso argomento delle visite dei minori ai parenti in carcere: che i bambini vengano a contatto con un ambiente che rischia di traumatizzarli - in sintesi il pensiero di Renzi - è ingiusto e sbagliato, occorre quindi pensare a strutture alternative per consentire l'incontro tra i minori e i padri e le madri detenuti. Renzi ha anche espresso considerazioni sul numero delle guardie carcerarie - sindacati lamentano da anni le condizioni di lavoro e il numero sempre più esiguo di guardie nelle strutture - affermando che la loro presenza deve essere incrementata.

«La questione carceri è una grande questione politica con la p maiuscola. E lo è sempre di più, non sempre meno». Lo ha detto Matteo Renzi in collegamento con Radio radicale dopo la sua visita al carcere di Padova. «Mi era accaduto di visitare un carcere da sindaco, ma da presidente del Consiglio non c'ero mai stato e credo sia una delle prime volte in assoluto per un presidente del Consiglio. Mi sembrava giusto fare questo gesto», ha spiegato il premier. Renzi ha spiegato: «Sull'amnistia non ho le stesse idee di Rita Berardini o Pannella, anzi. Ma se vogliamo affrontare questo tema con rispetto bisogna partire anche dal rispetto della funzione educativa della pena e dalla lotta all'estremismo, perchè bisogna capire che il carcere è la frontiera per la radicalizzazione». Il premier, tra l'altro, ha sottolineato: «Siamo partiti con un rapporto tra posti in carcere e popolazione carceraria al 146%, oggi siamo al 105%. Ancora troppo, dobbiamo arrivare al 100%. Ma si è fatto un buon lavoro grazie al ministro Orlando e a tutte le strutture per ridurre pressione sui carcerati».



 

Alle 10 Renzi si è trasferito al Bo, per incontro con il rettore Rosario Rizzuto. Qui, in aula Magna, l'appuntamento con i “cervelli in fuga” rientrati in Italia. «Il ministro dell'Università sta firmando proprio oggi le misure che porteranno 500 milioni in più che abbiamo messo nel programma per la ricerca, che serviranno per attrarre nuovi ricercatori», ha detto il presidente del Consiglio. Il premier ha anche ricordato che nella manovra di bilancio sono stati inseriti 280 milioni di euro per sostenere i dipartimenti universitari. «Non vogliamo più parlare della fuga dei cervelli, vogliamo attrarre cervelli. Se uno vuole andarsene vada, ma quelli che pensano di voler fare ricerca nel proprio paese ritornino qui».

Ultimo aggiornamento: 21:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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