Il dg della Sanità Veneta Luciano Flor: «Il sit-in a Schiavonia? Solo polemica, una vergogna»

Lunedì 21 Febbraio 2022 di Alda Vanzan
Luciano Flor e la protesta dei sindaci a Schiavonia
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MONSELICE -  A Schiavonia sono scesi in piazza i sindaci in difesa dell'ospedale, in tutto il resto del Veneto no: perché? Nell'ospedale della Bassa padovana c'è stata una insurrezione dal basso, ma anche in altri territori della regione ci sono stati e ci sono ancora, anche se a mezzo regime, gli ospedali Covid. E allora: perché qui si è protestato e altrove no? A porre la domanda è il direttore generale della Sanità della Regione del Veneto, Luciano Flor. Che un'idea sulla vicenda se l'è fatta: «Quella di sabato a Schiavonia non è stata una manifestazione. Era polemica. La critica è altra cosa. E fare polemica da parte di rappresentanti istituzionali su un tema come l'epidemia che ci vede ancora in stato di emergenza, mi pare non sia serio».
Quasi 400 le persone che sabato, nel piazzale antistante il Madre Teresa di Schiavonia, hanno preso parte alla manifestazione contro il Covid hospital.

Due anni fa in questo ospedale ci fu il primo decesso per Covid-19, Adriano Trevisan fu il primo morto per coronavirus in Italia. E il nosocomio venne chiuso. Ad organizzare la manifestazione sono stati i 44 sindaci del territorio di riferimento dell'ormai unico ospedale della Bassa, posto a presidio di oltre 185mila abitanti. Sabato, al sit-in, c'erano amministratori locali, esponenti della società civile e dei sindacati, anche una decina di parroci del vicariato di Monselice. I promotori hanno spiegato che l'obiettivo è la riapertura definitiva ed esclusiva dell'ospedale alle attività ordinarie. Ma anche la cancellazione della dicitura Covid hospital. Durante il presidio il governatore Luca Zaia è stato contestato. Tre sindaci leghisti hanno abbandonato il sit-in.


LA REPLICA

Al direttore generale della Sanità del Veneto, Luciano Flor, quella manifestazione è piaciuta assai poco. «Tutti gli accordi presi dalla Regione sono stati rispettati, i medici ne hanno dato atto. Qui ci sono amministratori - domando: in buona fede? - che strumentalizzano il Covid dicendo mai più Covid hospital. Tranquilli, noi non stiamo invocando ritorni di Covid e tanto meno ci divertiamo a fare tutto quello che stiamo facendo per contenere l'epidemia e curare i malati. Nella Bassa padovana non abbiamo fatto nulla di diverso da ciò che abbiamo fatto nell'Alta padovana e in tutto il resto del Veneto. E trovo molto improprio e, aggiungo, grave, che abbiano partecipato anche i preti!». E poi, aggiunge Flor, perché a Schiavonia la manifestazione e altrove no? «Sabato in Veneto c'erano ben 13 ospedali - tra cui Cittadella, Asolo, San Bonifacio, Montebelluna, Sant'Antonio - che avevano più pazienti ricoverati del nosocomio di Schiavonia, senza contare le due Aziende ospedaliere di Padova e di Verona e poi Mestre, Venezia, Treviso, Vicenza. Praticamente sabato c'erano malati Covid in 43 ospedali di tutto il Veneto, ma solo a Schiavonia ci sono state proteste. Una vergogna».
Flor ricorda che con la prima ondata la Regione fece un piano prevedendo un Covid hospital per ciascuna provincia, bloccando tutte le altre attività. Lo scorso autunno, con la quarta ondata, venne deciso di non ripristinare quella misura. «A Schiavonia abbiamo concordato con il direttore generale, con i capi dipartimento, con i primari, l'attività ospedaliera - dice Flor .- Non è vero che è un Covid hospital, il pronto soccorso non è stato depotenziato, sono garantite attività che nella prima ondata non c'erano. E in terapia intensiva ci sono anche malati non Covid».
Con i sindaci si sono schierati alcuni esponenti dell'opposizione, tra cui la consigliera regionale Elena Ostanel (Veneto che Vogliamo) e la deputata padovana Silvia Benedetti (ex M5s, ora ManifestA).

Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 08:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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