Ospedale di Schiavonia, bagarre al sit-in, Zaia contestato, i sindaci leghisti se ne vanno

Domenica 20 Febbraio 2022 di Giovanni Brunoro
Manifestazione sabato 19 febbraio a Monselice
3

MONSELICE (PADOVA) - Contestazioni al sindaco di Monselice e cartelli contro Luca Zaia. È finita in polemica la manifestazione di ieri mattina in difesa dell'ospedale di Schiavonia, promossa dai 44 sindaci del territorio servito dal Madre Teresa di Calcutta. Il sit-in, tenutosi in occasione del secondo anniversario della prima chiusura, aveva come obiettivo la riapertura definitiva della struttura e la richiesta a Regione e Ulss 6 affinché l'unico ospedale della Bassa Padovana non fosse più destinato esclusivamente alla cura dei malati Covid. Ma tre sindaci leghisti hanno abbandonato per protesta il sit-in accusando tra l'altro la manifestazione di essere tendenziosa.


LA PARTECIPAZIONE

Alla protesta hanno partecipato quasi 400 persone tra cittadini, amministratori locali, sigle sindacali ed esponenti della società civile, tra cui una decina di sacerdoti del vicariato di Monselice.

Durante il presidio, alcuni manifestanti hanno interrotto il sindaco di Monselice Giorgia Bedin, che stava intervenendo per ricostruire gli eventi dell'ultimo biennio e per promettere impegno duraturo in favore della sanità locale. Tra i contestatori, un esponente della galassia no vax e alcuni anziani monselicensi piuttosto esagitati, che hanno tentato di zittire il primo cittadino. Nonostante qualche piccola interruzione, la Bedin è stata comunque in grado di terminare il suo discorso. In sua difesa, il sindaco di Tribano Massimo Cavazzana ha tuonato contro i rumorosi manifestanti, invitandoli ad un contegno più civile. Durante il sit-in, sono stati esposti anche alcuni cartelli critici nei confronti dell'operato della Regione e del presidente Luca Zaia. I più vistosi e caustici erano nelle mani di Santino Bozza, consigliere comunale di minoranza a Monselice ed ex leghista della prima ora; eletto a palazzo Ferro Fini due legislature fa, ha ormai maturato un atteggiamento fortemente critico verso la leadership regionale.


LE DICHIARAZIONI

«Dopo tanti anni, vediamo che il nostro territorio è sempre più maltrattato da Zaia. Siamo senza ospedale e senza infrastrutture, ma in compenso la Regione ci riempie di rifiuti - ha dichiarato Bozza -. Mi fa specie vedere manifestare oggi gli stessi sindaci leghisti che due anni fa non avevano mosso un dito». L'altro cartello con scritto Zaia, la sanità pubblica non si tocca è stato esposto dalla sigla Covesap (Coordinamento Veneto Sanità Pubblica). A causa di questi atteggiamenti, hanno abbandonato la manifestazione in segno di protesta tre sindaci della Lega: Tiberio Businaro (Carceri), Arianna Lazzarini (Pozzonovo) e Marcello Marchioro (Casale di Scodosia). È andata via in anticipo anche la consigliera regionale di Forza Italia Elisa Venturini, che avrebbe dovuto intervenire al microfono ma ha successivamente preferito rinunciare. Secondo Businaro, la vera notizia «non è che tre sindaci se ne sono andati, ma l'assenza di un gran numero di amministratori che avevano inizialmente condiviso le finalità della mobilitazione. Evidentemente hanno colto che questa era una manifestazione tendenziosa, che una parte politica ha voluto fare propria portandosi dietro la claque». Il sindaco di Carceri, inoltre, non ha gradito alcuni interventi, ritenuti «estranei alla questione dell'ospedale».
Esprime solidarietà a Giorgia Bedin l'omologo di Este Matteo Pajola, eletto lo scorso ottobre con una lista civica: «Trovo assolutamente fuori luogo fischiare e interrompere un sindaco che sta intervenendo civilmente per un obiettivo comune e condanno fermamente questi atteggiamenti. Le diatribe locali dovevano stare fuori da questa manifestazione». Nonostante le dure critiche espresse al microfono, Pajola è fiducioso: «Ora ci sono tutte le condizioni affinché Schiavonia non sia più Covid hospital. Sono certo che anche la Regione stia riflettendo su questo aspetto».


LA RIAPERTURA

Nel frattempo, l'azienda sanitaria ha comunicato venerdì la riapertura del Pronto soccorso a Schiavonia e una riorganizzazione del piano emergenziale, che vedrà la destinazione di un centinaio di posti letto Covid alle future ed eventuali recrudescenze del virus. Azioni che hanno convinto solo in parte gli intervenuti.
 

Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 11:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci