PADOVA - Lunedì sera Andrea Crisanti aveva annunciato su Facebook la propria verità, rivelando che l'indomani sarebbe stata sua cura «pubblicare una ricostruzione dettagliata dei fatti».
LA PERSECUZIONE
Una persecuzione, l'ha definita lo stesso dem, attuata con «una serie di azioni pretestuose» anche da parte dell'Azienda ospedaliera di Padova, per esempio con il rigetto opposto alla sua richiesta di poter svolgere un incarico esterno (e gratuito) nel consiglio di amministrazione di Biocentis Limited, spin-off dell'Imperial College di Londra. Quell'autorizzazione gli è stata poi concessa dalla Commissione paritetica, formata cioè anche dall'Università, per la disciplina degli incarichi esterni richiesti da professori e ricercatori in convenzione: favorevoli i due componenti dell'Ateneo, contrario il membro dell'Azienda. Quest'ultima ha infatti sostenuto fino all'ultimo l'inopportunità di un simile permesso, come emerge dai chiarimenti forniti il 29 giugno 2022 dal direttore generale Giuseppe Dal Ben allo stesso organismo e inviati per conoscenza pure all'ufficio personale docente del Bo.
LE TIMBRATURE
Sul tema l'Università ha dato subito il proprio via libera, rimarcando che «l'impegno dichiarato dal docente per lo svolgimento dell'incarico extraistituzionale di consigliere di amministrazione presso la Biocentis Limited risulta esiguo (una giornata al mese)». Una sottolineatura a cui l'ente sanitario ha ribattuto presentando una tabella di sintesi che evidenzia l'orario teorico mensilmente dovuto per l'impegno assistenziale da parte di Crisanti e lo confronta con la sua presenza rilevata mediante le timbrature effettuate. Per leggere correttamente i dati, va precisato che le misurazioni della presenza oraria del personale universitario in convenzione potrebbero non essere riferite alla sola attività assistenziale, in quanto potrebbero comprendere anche le attività di docenza e ricerca. In ogni caso la nota di Dal Ben puntualizza che «per ben 8 dei 12 mesi dell'anno 2021» lo scienziato ha documentato una presenza oraria in servizio «inferiore all'orario teorico dovuto in relazione a quanto previsto per la sola attività assistenziale dal Protocollo di Intesa per i ricercatori/professori in convenzione con il Servizio sanitario regionale». Sulla base di un impegno dovuto di almeno 19 ore a settimana, l'anno ne avrebbe dovute totalizzare 969, mentre quelle effettivamente prestate o giustificate con le ferie sarebbero state 940,49, corrispondenti a una media del 56% di giornate del mese. Non a caso in quelle settimane di polemiche sulla questione, la stessa Azienda ospedaliera aveva citato una media mensile di giornate di presenza in sede pari a 11,83. Il documento mostra invece che il sostituto di Crisanti, chiamato appunto anche a svolgere le sue mansioni durante le sue assenze, ha registrato «un'eccedenza oraria di 355 ore rispetto al monte ore annuale complessivo cui era tenuto». Come detto, comunque, la Commissione a maggioranza ha poi ritenuto di non accogliere queste osservazioni, rilasciando al microbiologo l'ok all'attività londinese.