La fortezza dei morti, è il Totenburg a Quero voluto dal Terzo Reich Foto

Martedì 7 Marzo 2023 di Giovanni Carraro
La fortezza dei morti, è il Totenburg a Quero voluto dal Terzo Reich

Tonnellate di porfido scuro del Passo Rolle a simboleggiare la roccia intrisa dal sangue di tremilacinquecento soldati. Hans, Fritz, Ludwig e tanti altri giovani affondati in una immaginaria nave di pietra incagliata sulla morena glaciale del Col Maor creata ventimila anni fa da quel Piave che decretò le sorti dell'Italia. Il Totenburg è la fortezza per i defunti che il Terzo Reich volle edificare a Quero, come in poche altre parti d'Italia, per onorare i caduti tedeschi e austro-ungarici della Grande Guerra.

Un cubo di perfezione teutonica dove minimalismo, simbologia esoterica e giochi di luce naturale incutono solennità e al tempo stesso timore per chi, varcando la stretta porta di accesso, intende conoscere la genesi di uno dei più importanti sacrari militari germanici in Italia.


L'INAUGURAZIONE
Siamo a Quero, un paese posto nella parte meridionale della provincia di Belluno sul confine con la terra trevigiana. Tutt'attorno le cime del Tomatico, del Fontanasecca, del Monte Tomba, luoghi dove si svolsero tra i più aspri combattimenti che il Massiccio del Grappa possa ricordare. Qui furono scritte importanti pagine di storia della Prima Guerra Mondiale, qui caddero migliaia di giovani soldati austro-tedeschi e alleati. È passato un ventennio dagli ultimi colpi di cannone e l'Italia ha firmato da pochi giorni il Patto d'Acciaio con la Germania nazista. Il 25 maggio 1939, in una piccola collina a poche centinaia di metri dalla chiesa parrocchiale di Quero, tra bandiere e gonfaloni si trovano schierati i soldati tedeschi e il presidente del VDK, Volksbund Deutsche Kriegsgräberfürsorge, l'associazione umanitaria nata nel 1919 per assicurare la manutenzione delle tombe dei caduti in guerra al di fuori del Reich. Ordini precisi, presentatarm e canti di guerra riecheggiano nella valle del Piave mentre le chiavi del Totenburg passano nelle mani di Hans Georg von Macksen, generale delle SS e ambasciatore tedesco in Italia. Autorità italiane e cittadini queresi, costretti al saluto nazista, osservano defilati mentre viene deposta la corona d'alloro inviata dal Führer. La stretta porta di accesso del sacrario si apre per sempre.


MINIMALISMO E PERFEZIONE
Il Totenburg di Quero, letteralmente "fortezza dei morti", è uno dei più importanti memoriali tedeschi all'estero. Venne progettato dall'architetto Robert Tischler e edificato tra il 1936 e il 1939 per dare degna sepoltura alle spoglie di 3463 soldati tedeschi e austro-ungarici caduti nelle battaglie sul Grappa tra il 1917 e il 1918, provenienti da diversi cimiteri di guerra già esistenti in zona. Fu scelta la piccola collina morenica del Col Maor, dove esisteva già un osservatorio militare in posizione dominante verso il corso del Piave. L'ingresso principale è presso la casa del custode che si affaccia in un patio pergolato, dal quale si dirama un sentiero che conduce tra curatissimi prati alla sommità del colle dove sorge la struttura, disposta rigorosamente da nord a sud come una sorta di nave incagliata verso il suo destino.


L'EDIFICIO
All'esterno il Totenburg appare austero ed essenziale, diversamente dallo stile sontuoso che Giovanni Greppi utilizzò nei monumenti di Cima Grappa e di Redipuglia. Le due torri ed il bastione sono composti da imponenti blocchi di porfido trentino dal peso di seicento chilogrammi ciascuno. L'accesso avviene tramite un'angusta porta d'entrata che impone il passaggio di una persona per volta, per vivere l'esperienza in devota solitudine. Il vestibolo che si apre davanti al visitatore appare in penombra, illuminato flebilmente da piccoli lucernari tra archi a tutto sesto in puddinga del Friuli. Perché qui non c'è la minima presenza di energia elettrica. In fondo alla navata, una grande croce illuminata dalla luce trasversale dell'uscio sostituisce l'originale bassorilievo che raffigurava un guerriero ciclopico armato di spada e scudo. Sulla sinistra, tre portali protetti da inferriate consentono l'accesso alla Sala d'Onore, al centro della quale domina un'ara con il libro d'oro dei caduti illuminato dalla luce solare di un lucernario zenitale. Mentre l'occhio si adatta, dall'oscurità emergono lentamente le figure alle pareti, iscrizioni, mosaici di soldati e un'aquila alla cui base vi era la svastica, rimossa per damnatio memoriae nel 1945. Ovunque incisioni e bassorilievi con dettagli mitologici ed esoterici. All'uscita della navata si accede ad un camminamento che evoca l'esperienza in trincea. Sulla sinistra una piccola scalinata che conduce all'area di sepoltura dove riposano i caduti, a guardia della quale vi è una figura alata con in mano lo scudo del VDK. Al termine del camminamento, un terrazzino rivolto a sud consente di avere una visione di insieme del paesaggio circostante, per ricordare quel fronte che mai fu espugnato dall'invasore. Sulla destra, alzando lo sguardo, le cime del Grappa dense di memoria.


IL LUOGO
Ci si chiede quale sia stato il motivo del posizionamento del Totenburg a Quero. Nel novembre 1917 le truppe austro-ungariche, impegnate tra il Piave e il Monte Tomatico, erano pronte a sferrare un'importante offensiva che avrebbe comportato l'occupazione di Quero e successivamente della linea Monfenera-Monte Tomba con lo scopo di scendere successivamente in pianura. Come annotato nelle memorie del generale Zedtwiz della 55^ divisione austro-ungarica «non possiamo prendere Quero se prima non abbiamo conquistato il Cornella», il fulcro di uno delle più aspre battaglie che il Grappa possa ricordare è stata quella piccola montagna ai cui piedi sorge il Totenburg, il Monte Cornella appunto. Il 16 novembre 1917 gli austro-tedeschi sferrarono l'attacco contro i fanti della Brigata Como che si difesero come leoni pur consapevoli di essere prima o poi eliminati, rallentando di diverse giornate l'avanzata nemica. La loro azione eroica permise alle retroguardie italiane di riorganizzarsi e questo fu un aspetto di grande importanza perché contribuì moltissimo all'esito finale della guerra. Nonostante le loro coraggiose azioni, il 17 novembre Quero cadde in mano al nemico. Pesantissime le perdite da entrambi gli schieramenti, forse per questo il Totenburg venne edificato in questo luogo tra Quero e Piave come simbolo di una delle pagine più cruente della Prima Guerra Mondiale. Sono passati molti anni da quei fatti, ma il Totenburg è ancora lì vigile a ricordarceli.

Ultimo aggiornamento: 11:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci