Ambientalisti sul piede di guerra: «Caos per i vincoli, silenzio sui tralicci»

Venerdì 12 Agosto 2022 di Yvonne Toscani
Dopo i numerosi commenti sulla sentenza del Tar che ha bocciato i vincoli imposti dal ministero, gli ambientalisti chiedono la stessa attenzione per i tralicci

BELLUNO - Sulla vicenda dei vincoli, imposti dal Ministero dei beni culturali su Auronzo e il Comelico, con il noto decreto del 2019, gli ambientalisti “ricorrono a due pesi e due misure”. A sostenerlo è Vivaio Dolomiti, l’associazione che punta ad approfondire varie tematiche legate allo sviluppo del territorio bellunese. In particolare viene sollevato che la stessa attenzione e posizione contraria non sono state, invece, rilevate nei confronti di Terna, che ha appena ricevuto, in questi giorni, l’autorizzazione dal Ministero della transizione ecologica per costruire nuovi tralicci, al posto dei precedenti, proprio in Comelico.
«Ci spieghino questi paladini dell’ambiente – afferma il presidente, Gianni Pastella – perché tanta foga per martoriare un territorio già in grande difficoltà socioeconomica e nessuna presa di posizione contro Terna. Da anni in conflitto per l’impatto paesaggistico del collegamento sciistico verso la Pusteria, che porterebbe indotto economico e voluto con forza da tutti gli abitanti delle valli centrocadorine e comeliane, queste associazioni non dedicano nemmeno una parola su una linea di altissima tensione il triplo più alta di un impianto sciistico e con una fascia di disboscamento molto più grande di qualsiasi pista da sci.

Linea transfrontaliera che non serve ai territori, ma li attraversa per beneficio dell’intero Paese e che potrebbe essere interrata come fatto fra il passo Resia e la Svizzera. Possiamo anche capire, senza ovviamente condividere, l’accanimento ideologico su tutti i progetti di sviluppo in montagna, ma su tutti: altrimenti la credibilità di queste succursali politiche viene meno». 


RETI INTERRATE
Per il presidente di Vivaio Dolomiti è anche una questione di sicurezza, aspetto garantito da una rete interrata, come quella realizzata tra Auronzo e Cortina. Del resto i blackout verificatisi durante gli inverni di copiose nevicate dovrebbero aver insegnato qualcosa sul fronte della sicurezza per gli utenti e gli operatori. Nel frattempo le tre associazioni ambientaliste Italia Nostra, Mountain Wilderness Italia e Lipu si dichiarano “stupite e amareggiate” dalla sentenza del Tar Veneto che ha annullato il decreto ministeriale e stanno valutando se appellare la decisione al Consiglio di Stato. 


TERRITORI DANNEGGIATI
Secondo i sodalizi la decisione del tribunale amministrativo presenta molti profili di criticità. «Continuare a sostenere l’immotivata correlazione tra la tutela dei luoghi e il loro spopolamento – sostengono gli ambientalisti – non fa altro che aggravare le minacce, in primis legate ai cambiamenti climatici, che già stanno danneggiando i nostri territori, con ripercussioni pesanti sul tessuto socioeconomico». 

Ultimo aggiornamento: 16:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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