Le Mystere des Voix Bulgares in concerto a Belluno e Venezia per la prima volta in Italia

Martedì 30 Gennaio 2024 di Gianpaolo Bonzio
Le Mystere des Voix Bulgares in concerto a Belluno e Venezia per la prima volta in Italia

Negli anni Ottanta il loro nome evocava una magia che si perdeva nel tempo. Ora, dopo alcuni cambiamenti, il coro “Le Mystere des Voix Bulgares” si appresta a tornare sul palco con due date organizzate da Veneto Jazz (in 2 febbraio al teatro Dino Buzzati di Belluno e il 3 al teatro Malibran di Venezia).
Un percorso, il loro, che oltre al pubblico ha incantato anche tanti artisti del rock e del pop come Paul Simon, George Harrison, Kate Bush per non parlare della celebre citazione di Elio e le Storie Tese nel “Pipppero”.

In questo tour la direttrice del progetto Boyana Bounkova (mentre Georgi Andreev sarà il direttore ospite e Dora Hristova la responsabile del coro) delinea le tappe fondamentali di questa originale pagina della musica europea.


Quando è nata l’idea di dar vita al progetto del Mistero delle voci Bulgare?
«Il Mistero delle Voci Bulgare è conseguente al Folk Song Ensemble della Bulgarian National Radio, fondato nel 1952. La prima vocazione del coro fu quella di registrare canzoni del repertorio folk, sia pezzi originali che pezzi arrangiati per voci multiple, che poi venivano trasmesse dalla National Radio».


Come vi spiegate il grande successo ottenuto alla fine degli anni Ottanta?
«L’affermazione internazionale è venuta dopo la pubblicazione del disco “Le Mystere des Voix Bulgares” ad opera del musicologo svizzero Marcel Cellier. L’opera contiene registrazioni di pezzi del coro e dopo la sua pubblicazione nel 1975 è stato ripubblicato da 4AD più di 10 anni dopo divenendo ben presto un best seller. Nel 1987 Marcel Cellier pubblicò “Le Mystere des Voix Bulgares” Volume II che nel 1990 vinse un Grammy Award come miglior disco di Folk tradizionale. Questa è una delle ragioni del successo internazionale nel 1980 e 1990. Altra ragione è l’unicità delle voci e dello stile musicale».


Cantanti raffinati, pensiamo soprattutto a Graham Nash ma l’elenco è davvero lungo, considerano fondamentale l’ascolto di questa produzione. Da dove nasce questa ammirazione?
«Certo, molti musicisti del calibro di Frank Zappa, Bobby Mcferrin, David Bowie amavano ascoltare la musica del coro. Addirittura David Bowie e sua moglie Iman vollero che un brano del coro fosse eseguito al loro matrimonio. Erano affascinati dall’unicità delle voci, dall’antica tradizione del canto bulgaro, così come dalla purezza del suono».


Che tipo di repertorio presenterete in questo tour?
«Il coro proporrà un programma nuovo chiamato “Voices and Strings”, eseguito per la prima volta in Bulgaria lo scorso giugno. L’Italia è il primo paese ad ospitare questa nuova performance. Il nuovo repertorio vede la presenza di un quartetto d’archi (Quarto Quartet) e rappresenta un bel dialogo tra lo stile folk bulgaro tradizionale e la musica occidentale classica strumentale. Ci saranno sia canti nuovi creati per il coro e per il quartetto d’archi dal celebre compositore e direttore bulgaro Georgi Andreev che famosi brani del repertorio del coro come “Ergen Deda”, “Kalugerine”, “Svatba” ed altri arrangiati appositamente per archi dal maestro Andreev».


Come è cambiata la vostra musica in questi ultimi 40 anni?
«Molti compositori hanno creato e arrangiato musiche per il coro durante gli anni. Di grande importanza per l’evoluzione del coro e del suo repertorio sono stati i lavori di Stefan Kunev, Hristo Todorov, Nikolay Kaufman, Atanas Naumov, Petar Lyondev, Krassimir Kyurkchiyski. Da un lato sono rimasti fedeli al canto tradizionale, ma hanno anche apportato il loro stile unico. L’album BooCheeMish pubblicato nel 2018 vede la collaborazione con la cantante australiana Lisa Gerrard e allo stesso tempo l’utilizzo dei strumenti musicali legati al folklore, percussioni e beatbox. Con “Voices and Strings” il coro, in qualche modo, si riavvicina alle sue origini ed al suo stile tradizionale. Il disco rende un omaggio speciale all’ampio numero di grandi compositori che hanno creato per il coro degli arrangiamenti che reintroducono, nel repertorio, i “classici d’oro”». 
 

Ultimo aggiornamento: 15:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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