GOSALDO - Mentre il Comune avvia una serie di lavori di manutenzione sullo stabile che ospita i carabinieri (non si sa per quanto tempo ancora), l’esponente leghista Paolo Saviane ribadisce la necessità di mantenere il presidio dell’Arma. «Togliere i servizi significa far morire la montagna, se lo Stato abbandona i territori per quale motivo le persone, invece, dovrebbero rimanerci?». Saviane, aveva accompagnato a Palazzo dei Rettori la delegazione gosaldina formata dall’intera giunta Da Zanche. Sul piatto c’era la richiesta accorata di non chiudere la caserma dei carabinieri di Gosaldo.
La stazione di Gosaldo ospita un comandante e tre carabinieri, se dovesse davvero chiudere l’unico presidio sul territorio resterebbe quello della polizia locale rappresentata, però, da un solo agente al servizio di Gosaldo e dei comuni confinanti di Rivamonte e di Voltago.
IL SINDACO
«Vorrebbero accorparci ad Agordo o a Cencenighe - spiega il sindaco Stefano Da Zanche -, comuni lontani 17 e 27 chilometri da noi. C’è da tenere conto di come la gran parte della nostra popolazione, circa il 70%, sia formata da anziani. Nei giorni terribili di Vaia nel 2018 e poi con la grande nevicata di dicembre 2020 i carabinieri sono stati una presenza fondamentale per noi, hanno girato il territorio dandoci una mano e i cittadini si sentivano rincuorati nel vedere passare l’auto, nel buio e nella devastazione causati dal maltempo». «Non si può ragionare basandoci solo sui numeri - conclude la vice sindaco, Florinda Cialdella -, se le scelte si fanno in base alle cifre allora non ha più senso parlare di montagna, di cura delle terre alte e di mantenimento dei paesini. Ci hanno detto che metteranno un presidio mobile ma, ripeto, se poi la decisione se mantenerlo o meno nel tempo sarà affidata ai numeri allora abbiamo perso in partenza».
IL MERCATO
Negli ultimi mesi, peraltro, Gosaldo sta vivendo un boom di acquisto di seconde case e sono già 5 i nuclei familiari che hanno comprato un immobile e si sono trasferiti a vivere nel piccolo comune.