Auronzo, fondi senza gara al consorzio turistico Tre Cime Dolomiti: «Sindaco e giunta paghino 120 mila euro»

Martedì 26 Marzo 2024 di Angela Pederiva
Auronzo, fondi senza gara al consorzio turistico Tre Cime Dolomiti - Foto di Thomas Vitali da Pixabay

AURONZO (BELLUNO) - I contributi al consorzio turistico Tre Cime Dolomiti? Aiuti di Stato erogati illegittimamente dal Comune di Auronzo di Cadore, secondo la Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti del Veneto. Con una sentenza depositata ieri, perciò, sono stati condannati a risarcire a vario titolo l’ente, per un totale di 125.000 euro, l’attuale primo cittadino Dario Vecellio Galeno e la sua vice Daniela Larese Filon (all’epoca dei fatti lui assessore e lei sindaca), nonché il consigliere ed ex assessore Lorenzo De Martin, il segretario comunale Attilia Melaia e il responsabile del servizio economico-finanziario Giovanni Rigato in carica nel 2017.


I SERVIZI
Sotto la lente della magistratura contabile erano finiti i fondi per i servizi di informazione, accoglienza e promozione turistica. L’accusa contestata dalla Procura al municipio era di aver erogato 170.000 euro (di cui 120.000 su delibera di Giunta e 50.000 su determina dell’ufficio), non solo senza notificazione alla Commissione europea, ma anche in assenza di una gara pubblica che individuasse il consorzio Tre Cime Dolomiti come gestore dell’attività. 
Gli amministratori e i dirigenti avevano sostenuto che non c’era stata nessuna lesione della concorrenza, «tenuto conto della peculiarità della realtà del contesto territoriale montano in cui operava il Consorzio destinatario dei contributi, composto dalla quasi totalità degli operatori del settore e operante senza scopo di lucro».

Inoltre la difesa aveva escluso sia il dolo che la colpa grave, rimarcando che le decisioni erano state assunte rispettando «il regolamento comunale per la concessione di benefici economici» e «nell’ottica del soddisfacimento di un interesse pubblico».


L’ISTRUTTORIA
Ma i giudici hanno concluso che Tre Cime Dolomiti è stato scelto «al di fuori di qualsivoglia procedura selettiva ad evidenza pubblica», dunque senza avvalersi «di una delle modalità rispettose dei principi di concorrenza, trasparenza e parità di trattamento». Per la Corte dei Conti, la determinazione dell’erogazione è stata «effettuata senza una previa analisi ed individuazione dei costi necessari per la produzione del servizio», tanto che le risorse comunali «sono confluite in una contribuzione generica, finalizzata all’abbattimento in maniera indifferenziata di tutti i costi di gestione di un’attività di impresa solo in parte, peraltro minoritaria e non prevalente, dedicata al servizio pubblico». Dall’analisi della documentazione, «emerge che le spese per manifestazioni e attività promozionali varie sono circa il doppio di quelle per “informazione” e che, di conseguenza, l’attività del Consorzio risulta prevalentemente finalizzata all’organizzazione di attività di intrattenimento a fini promozionali», mentre il Comune non ha svolto «alcuna istruttoria relativa ai costi di gestione dello Iat di destinazione (Auronzo) né del punto informazioni di Misurina». 


Secondo la sentenza di primo grado, che potrà essere impugnata, 120.000 euro dovranno essere pagati nella misura del 40% da Larese Filon, del 20% da Vecellio Galeno e De Martin, del 10% da Melaia e Rigato. Quest’ultimo dovrà versare ulteriori 5.000 euro. 

Ultimo aggiornamento: 11:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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