La sua colpa è stata quella di aver gridato slogan per difendere i diritti delle donne e di essersi battuto per la loro libertà.
Amir Nasr-Azadani non è l'unico atleta che è stato colpito dalla repressione. Già due ex calciatori della nazionale iraniana erano stati arrestati anche se poi sono stati rilasciati su cauzione il mese scorso. Il terzino destro Voria Ghafouri era stato arrestato per "aver infangato la reputazione della squadra nazionale e aver diffuso propaganda contro lo Stato" mentre l'ex portiere Parviz Boroumand perché aveva partecipato a manifestazioni di protesta a Teheran. Il loro rilascio è avvenuto poche ore prima dell'ultima partita di Coppa del Mondo. Prima della sconfitta iniziale per 6-2 contro l'Inghilterra, il 21 novembre, la squadra iraniana era rimasta in silenzio quando è stato suonato l'inno.
Nasr-Azadani, ha raccontato il Telegraph, ha giocato per il Tractor, squadra della Persian Gulf Pro League, tra il 2016 e il 2018, dopo una breve stagione con il Rah Ahan nel 2015-16. Ieri è stata eseguita l'impiccagione di Majid Reza Rahnavard nella città di Mashhad. Il rapporto ha aggiunto che "è stato condannato a morte per "aver mosso guerra contro Dio" dopo aver pugnalato a morte due membri delle forze di sicurezza". Amnesty International ha dichiarato che le autorità iraniane stanno chiedendo la pena di morte per almeno 21 persone in quelli che ha definito "processi farsa progettati per intimidire coloro che partecipano alla rivolta popolare che ha scosso l'Iran".