Per la prima volta l'inquinamento devastante delle microplastiche è stato rilevato nelle regioni polari.
L'analisi effettuata in aree della calotta glaciale della Groenlandia ha mostrato che la contaminazione ha inquinato la regione per almeno 50 anni. I ricercatori sono stati anche sorpresi di scoprire che un quarto delle particelle proveniva da pneumatici di veicoli. Le nanoparticelle sono molto leggere, vengono trasportate con il vento o con le correnti oceaniche.
Dopo essere state ritrovate sull'Everest, sulle Alpi, sulle isole più remote dell'Oceania, a profondità inaudite negli oceani, ora gli scienziati hanno annunciato preoccupati che la contaminazione riguarda anche i ghiacci eterni.
Il professor Dusan Materic, dell'Università di Utrecht e a capo della ricerca ha confermato la tossicità di queste particelle. Il ritrovamento ha comportato perforazioni nel ghiaccio fino a 14 metri, con strati di neve risalenti agli anni sessanta. La metà delle nanoplastiche rinvenute erano polietilene (PE), normalmente utilizzato per i sacchetti di plastica monouso e gli imballaggi. Un quarto erano particelle di pneumatici e un quinto erano polietilene tereftalato (PET), che è usato per abiti.