Gaza, gli Usa scavalcano Israele: «Aiuti dal cielo». Netanyahu appare sempre più isolato con gli alleati

Netanyahu appare sempre più isolato con gli alleati

Sabato 2 Marzo 2024 di Mauro Evangelisti
Gaza, gli Usa scavalcano Israele: «Aiuti dal cielo». Scarcerati 50 palestinesi

«Gli Usa parteciperanno ad una grande operazione di consegna di aiuti a Gaza» che prevede il lancio di prodotti come cibo e farmaci per l'assistenza umanitaria dagli aerei militari.

Lo ha annunciato il presidente Usa Joe Biden che ha anche parlato di «un corridoio marittimo» per una «grande quantità di aiuti umanitari». Dopo la strage di giovedì, quando almeno 112 palestinesi sono morti mentre tentavano di ricevere generi alimentari da una trentina di camion nella Striscia, sono sempre più forti le pressioni su Netanyahu perché chiarisca cosa è successo e fermi gli attacchi. E l'indignazione va ben oltre i Paesi che normalmente si schierano contro Israele. Numerose testimonianze confermano che colpi d'arma da fuoco sono stati esplosi dall'esercito di fronte all'assedio dei disperati affamati. Eppure, nonostante Hamas abbia detto che ciò che è successo rischia di compromettere le trattative, i negoziati stanno proseguendo e ieri lo Shin bet, il servizio di sicurezza interno, ha dato il via libera a un gesto di distensione: la liberazione di una cinquantina di detenuti palestinesi. Ieri sera però una indiscrezione del Wall Street Journal ha fotografato quanto sia ancora lontano l'accordo: funzionari egiziani hanno rivelato che Hamas ha «congelato» le comunicazioni con i negoziatori (l'organizzazione palestinese ha anche annunciato che 7 ostaggi israeliani sono «morti sotto i bombardamenti»). Biden ha capito che difendere Netanyahu, dopo quanto successo giovedì, è sempre più improbo. Anche da una parte dei Democratici sono aumentate le richieste di una posizione molto più decisa perché cessi l'uccisione di civili a Gaza. La Casa Bianca continua a lavorare per il cessate il fuoco: tutti sanno che è vitale una intesa perché il 10 marzo comincerà il Ramadan e se gli attacchi dell'esercito israeliano proseguiranno si rischierà una rivolta di tutto il mondo musulmano. Le immagini dei 112 morti e dei 750 feriti rischiano di segnare per sempre questa guerra. Haaretz, quotidiano israeliano ostile a Netanyahu, scrive: «Il disastro avvenuto giovedì nel Nord di Gaza avrà conseguenze di vasta portata sugli sforzi per negoziare un cessate il fuoco e potrebbe suscitare rabbia su altri fronti. Da Washington a Riad, nessuno sa dove sia diretto Netanyahu». L'Ue ieri ha deciso di tornare a inviare finanziamenti all'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni unite che assiste i palestinesi accusata da Israele di essere filo Hamas. Commenti preoccupati sulla strage degli affamati sono stati espressi dal presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen («siamo con i civili, chiediamo la loro tutela»), dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel («sono disgustato, serve il cessate il fuoco subito»), dal presidente francese Emmanuel Macron («una tregua va immediatamente istituita per consentire la distribuzione di aiuti umanitari»), dalla ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock («l'esercito israeliano deve fare piena luce su come abbiano potuto verificarsi il panico di massa e la sparatoria»). Anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha commentato: «Con grande fermezza chiediamo la liberazione degli ostaggi e che cessi il massacro dei civili palestinesi. Siamo favorevoli a un cessate il fuoco per portare aiuti umanitari in quantità tali da non provocare ciò che è accaduto ieri e abbiamo chiesto a Israele di fare un'inchiesta rigorosa su ciò che è accaduto per accertare ogni responsabilità». Il ministro degli Esteri britannico, David Cameron, chiede «un'indagine urgente» sulla strage degli affamati e ricorda che Israele ha «l'obbligo di consentire l'invio di aiuti». Anche Pechino, dove solitamente regna la prudenza, si sbilancia: «La Cina è scioccata da questo incidente e lo condanna fermamente». Il presidente turco Erdogan: «Quello che sta accadendo a Gaza non è un confitto, è un genocidio. I Paesi occidentali sono complici».

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SGOMENTO

Di fronte allo sgomento di tutto il mondo, Netanyahu non vacilla, almeno apparentemente, e nella conferenza stampa dell'altra sera non ha parlato di «scuse» o «autocritica», mentre l'Idf, secondo cui la strage è stata causata dall'assalto della folla ai camion e solo una decina delle vittime è stata uccisa dagli spari dei militari, ha parlato «di sfortunato incidente». Ieri per la verità un gesto distensivo di Tel Aviv c'è stato: Israele ha liberato a sorpresa una cinquantina di detenuti palestinesi arrestati dopo il 7 ottobre. Il ministro della sicurezza nazionale, l'estremista Itamar Ben Gvir, ha criticato questa decisione e precisato che quelle scarcerazioni sono state volute dallo Shin Bet come gesto di distensione in vista del Ramadan. Channel 12, tv israeliana, ha anticipato: al Cairo la delegazione dello Stato ebraico ha consegnato ai mediatori egiziani un elenco di detenuti palestinesi che non libererà mai e dunque non possono essere inseriti nell'ipotesi di scambio tra ostaggi e prigionieri.

Ultimo aggiornamento: 09:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA