AI: spille e collier in passerella. Adesso l'intelligenza artificiale è anche moda

Naomi Campbell ha sfilato a Parigi con una creazione della startup Humane: un dispositivo attaccato al bavero della giacca che consente esperienze informatiche innovative

Mercoledì 25 Ottobre 2023 di Angelo Paura
AI: spille e collier in passerella. Adesso l'intelligenza artificiale è anche moda

Nell’estate del 1956 un piccolo gruppo di scienzAIti si incontrò in New Hampshire all’interno del Dartmouth College, una delle più prestigiose università americane, per discutere di un possibile nuovo approccio all’informatica che negli anni successivi darà vita all’intelligenza artificiale.

Erano tempi in cui i computer in grado di portare a termine i primi processi legati all’AI, come l’IBM 702, occupavano una stanza intera.

Allo stesso modo, solo pochi anni fa, pensare di poter trasportare un dispositivo in grado di connettersi a una intelligenza artificiale gestendo processi complessi in pochi istanti sembrava impossibile. E infatti ci sono decine di film di fantascienza che mostrano oggetti indossabili: dagli smartglass di “Ritorno al futuro al traduttore universale di Star Trek.

L’ESORDIO

Ma nel corso della settimana della moda di Parigi, la startup Humane - fondata da Bethany Bongiorno e Imran Chaudhri, due ex dipendenti di Apple - ha presentato la prima spilla AI, dopo averla introdotta per la prima volta nel corso di un TED talk: sulla passerella del brand Coperni, Naomi Campbell ha sfilato con un piccolo oggetto quadrato attaccato al bavero della sua giacca. La spilla, scrive la startup, «usa una serie di sensori in grado di consentire esperienze informatiche innovative». Dopo le sfilate, Humane ha fatto sapere che presenterà il prodotto il prossimo 9 novembre e svelerà le funzioni del device di cui sappiamo che non avrà uno schermo e con buone probabilità ci consentirà di lasciare a casa il nostro smartphone. Humane, che ha ricevuto fondi dal ceo di OpenAI Sam Altman, non è l’unica società che lavora a prodotti AI indossabili: Rewind per esempio propone una collana da 59 dollari con un pendente in grado di registrare le nostre conversazioni e di trasferirle in pochi secondi sul telefono. La startup ha già messo sul mercato un software in grado di prendere appunti nel corso delle telefonate di lavoro, cercare nel nostro database informazioni importanti, scrivere riassunti delle nostre registrazioni. C’è poi Tab, una società che produce una collana con un pendente rotondo in grado di ascoltare gli utenti e aiutarli a interagire con il proprio computer.

I COLOSSI

Insieme a piccole startup come Humane e Rewind, il settore interessa molto anche ai big della Silicon Valley: l’ultimo modello degli smartglass prodotti in collaborazione da Meta e Ray-Ban ha integrato un chatbot AI. La stessa cosa è stata fatta per il visore per la realtà virtuale Quest 3. Allo stesso tempo l’ex capo del design di Apple Jony Ive sta collaborando con OpenAI e ha raccolto un miliardo di dollari da Softbank per creare quello che ha definito «l’iPhone dell’intelligenza artificiale». L’idea alla base del prodotto è quella di renderci sempre meno dipendenti dagli schermi e sempre più liberi di interagire con software AI attraverso la voce, mentre siamo in movimento. Ive in passato aveva criticato Apple, sostenendo che il colosso ha «una responsabilità morale» nel dover mitigare la dipendenza da cellulare. Stiamo andando verso un futuro senza schermi in cui i nostri dispositivi saranno in grado di aiutarci a distanza, ascoltando le nostre conversazioni e discutendo con noi? Ci sono diversi problemi da valutare: da una parte è difficile riuscire a conquistare il mercato di massa che dipende dai cellulari, dalle loro videocamere e dai microfoni in grado già ora di interagire con software di AI generativa. Inoltre il problema del rispetto della privacy potrebbe amplificarsi, soprattutto con dispositivi in cui non è facile capire se stanno registrando una conversazione. Sia Tab che Humane sostengono di non voler ascoltare, registrare o conservare le conversazioni. Un ultimo elemento a favore della rivoluzione dei dispositivi indossabili AI è l’interesse di colossi come Meta e Amazon che sperano di conquistare il nuovo mercato e vincere la guerra che avevano perso in passato nel settore degli smartphone contro Apple e Google.

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Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 07:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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