Unioni civili, la Chiesa dovrebbe
volere chiarezza, non voti segreti

Sabato 13 Febbraio 2016
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Caro direttore, mentre Papa Francesco realizza a Cuba lo storico incontro con Kirill, patriarca russo, il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinal Angelo Bagnasco, si è fatto portavoce –come purtroppo è accaduto tante volte in passato- di una Chiesa a mio parere invadente e non rispettosa del nostro dettato costituzionale. Nessuno ha trovato sin qui da ridire (e giustamente) sul diritto-dovere della Chiesa di far sentire anche pubblicamente la propria voce in materia di religiosità, di spiritualità e di etica. Un coro di gran lunga prevalente di “no” si è levato invece (e giustamente) quando il cardinale ha chiesto sulle unioni civili una votazione a scrutinio segreto.
Da laico credente penso che “questa” Chiesa “questa” volta sia caduta in tentazione, pensando ed agendo come faceva un tempo che ormai non c’è più. Non mi pare questa, infatti, né la lezione del Concilio, né quella dei recenti documenti della Chiesa italiana ed universale. Come si fa a meravigliarsi poi della disaffezione o della lontananza di molti?

Renato Omacini

Lido di Venezia

Caro lettore,
una osservazione di metodo e una di merito. Sul metodo: la Chiesa ha tutto il diritto di intervenire nel dibattito politico, a maggior ragione quando in discussione ci sono temi di forte rilevanza etica o sociale. Per questo credo sia sbagliato considerare, come fa spesso qualcuno, un'invasione di campo i pronunciamenti o le esortazioni del Vaticano o dei vescovi su leggi o provvedimenti. Tuttavia, in questo rapporto dialettico tra la politica, il parlamento e una componente così importante della nostra società e della nostra storia, qual è la Chiesa cattolica, ci sono confini che vanno rigorosamente rispettati. L'intervento del cardinale Bagnasco è andato oltre questa sottile, ma decisiva linea. Perché un conto sono le critiche anche severe, altra cosa è intervenire sui meccanismi di voto e arrivare a suggerire scelte che attengono invece all'autonomia degli organismi parlamentari. Nel merito mi permetto poi di nutrire qualche riserva sull'auspicio di Bagnasco che sulla legge per le unioni civili il parlamento decida con voto segreto. Penso che, proprio per l'importanza della posta in gioco, la Chiesa dovrebbe preferire la chiarezza e il coraggio delle posizioni ai sotterfugi parlamentari
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