Il Superbonus è una delle peggiori scelte economiche dell'ultimo ventennio: non uno stimolo ma una droga

Giovedì 4 Aprile 2024

Caro direttore,
non so cosa pensi lei del super bonus, vedo però che adesso c'è la corsa da parte dei politici a dire: "io non lo ho votato". Per giustizia verso gli italiani propongo un 20 per cento degli loro emolumenti da versare al ministro del Tesoro.

Roberto Cannata


Caro lettore,
i superbonus e il bonus facciata, varati dal governo Conte, sono costati al contribuente italiano 135 miliardi in quattro anni: più di 4 manovre finanziarie (l'ultima è stata di 25 miliardi).

Escludo, ma lo escludono anche tutti gli esperti, che i benefici, diretti e indiretti, che queste misure hanno portato all'economia italiana siano pari anche solo a un terzo o un quarto di questa cifra. In compenso hanno generato frodi per almeno 15 miliardi, se consideriamo solo quelle scoperte dalla Guardia di Finanza. Basterebbero questi numeri per inserire i superbonus ai primi posti nella classifica delle peggiori scelte di politica economica dell'ultimo ventennio. Quel che è certo è che i drammatici effetti finanziari di questi provvedimenti li dovremo pagare tutti noi per molti anni. Ma tutto ciò non è avvenuto per caso: è il risultato di una serie di errori clamorosi che erano alla base di queste misure. Errori di principio, di calcolo e di valutazione dell'impatto dei bonus. Facciamo un piccolo passo indietro. Questi strumenti sono stati pensati nel 2020 in periodo Covid con l'obiettivo ( giusto) di rilanciare l'economia, riqualificando nel contempo il patrimonio edilizio. Ma una cosa è incentivare uno o più settori, altro è drogarli. I superbonus appartengono esattamente a questa categoria e come tutte le droghe alterano gli equilibri, danno dipendenza e quando vengono a mancare provocano gravi crisi. Ed è esattamente ciò che è accaduto: infatti i governi successivi, benché consapevoli degli effetti perversi e devastanti di queste misure, hanno dovuto continuare a somministrarli, seppur in dosi più ridotte e modificate, di bonus per evitare contraccolpi traumatici. A questo si aggiunga un altro dato, anch'esso assai significativo: quando il provvedimento è stata varato venne stimato che avrebbe inciso sulle casse pubbliche per un totale 40 miliardi. Cioè meno di un terzo di quanto invece, sino ad ora almeno, è costato. Un clamoroso errore di previsione. Infine, soprattutto per ciò che riguarda il bonus facciate, è disarmante come, nella sua prima versione poi corretta dal governo Draghi, non fossero previsti controlli, né limiti di spesa, né visti di conformità, né accertamenti sulla congruità delle spese e neppure l'esistenza dei requisiti minimi. Ovviamente tutto questo ha aperto la strada a centinaia di frodi e di uso illecito, soprattutto del bonus facciate. Che ha finito per alimentare non la crescita del Paese, ma la ricchezza già assai cospicua della malavita organizzata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci