Lo spot sulla patatina ha violato la dimensione del sacro, per questo ha offeso e indignato tante persone

Giovedì 11 Aprile 2024
Lo spot sulla patatina ha violato la dimensione del sacro, per questo ha offeso e indignato tante persone

Egregio Direttore,
credo proprio che il parroco don Natalino Bonazza abbia il diritto/dovere di indignarsi, di fronte a una reclam cosi di cattivo gusto, come quella della particola/patatina. Chissà quante ne ingoio anch'io con lo spritz. Coscienti di giocare col sacro, e valutando prima i costi e i benefici, indifferenti al sentire di molta gente, l'hanno messa in onda...Una furbata a vista corta, prendersi gioco di una religione che va per la maggiore in Occidente, al vedere della altre (crisi nonostante): Vorrei vedere lo stesso metro con le altre...


Piergiorgio Beraldo
Venezia-Mestre


Caro lettore,
come spesso succede gli spot pubblicitari hanno un obiettivo: provocare, sorprendere, accendere intorno a sé un interesse che va oltre anche il prodotto che si vuole reclamizzare.

Il contestato video sulla patatina-particola sgranocchiata dalla suora si inserisce in questo filone. E un suo obiettivo l'ha raggiunto: ha fatto molto parlare di sé e di conseguenza anche di "quella" chips così croccante. Una scelta di cattivo gusto? Non mi pare che il problema sia estetico o stilistico. Quello spot mi sembra piuttosto figlio di una lettura parziale della nostra società, delle sue dinamiche e delle sue sensibilità. Parlando proprio con il nostro giornale l'autore dello spot ha osservato: «Ormai tutto è stato sdoganato».

In sostanza: non esistono più confini invalicabili e di fronte ai quali fermarsi. La nostra società secolarizzata è dominata dalla comunicazione globale e pervasiva accetta e macina tutto. Dal sesso alla violenza nulla appare più come proibito. Vero, ma non del tutto e non per tutti. C'è qualcosa che per molte persone, non solo di fede cristiana, ha ancora un valore importante e profondo: la dimensione del sacro. Che il momento della Comunione eucaristica, come altri gesti e atti religiosi, racchiude in sé. E che quello spot, consapevolmente o meno, ha invece violato e, agli occhi di tante persone, anche violentato. È questo che ha fatto scattare quel tipo di reazione. Indignata, offesa e pure arrabbiata. Quanto poi ai boicottaggi, ciascuno può mettere in atto tutte le azioni che ritiene opportune nei confronti delle patatine pubblicizzate da quel contestato spot. Si tratta di vedere se iniziative simili avranno come risultato quello di penalizzare davvero l'azienda produttrice e incidere negativamente sulle vendite. O se invece produrranno l'effetto esattamente contrario: far parlare ancora di quelle patatine accusate di "blasfemia" e garantire loro in questo modo altra pubblicità. Perdipiù gratuita.

Ultimo aggiornamento: 10:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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