La sicurezza non è soltanto una questione di pallottole

Domenica 19 Marzo 2017
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Egregio direttore,
seguo i dibattiti sulla legittima difesa e come al solito lo scontro è tra buonisti (che vivono nel mondo dei sogni) e pragmatici (che hanno gli occhi sulla vita reale). Premesso che l'uso delle armi non può essere l'unica soluzione, che sparare anche se per legittima difesa è una tragedia che coinvolge la vittima ma anche chi spara, che usare delle armi da fuoco in casa non è sicuro, infine che uno Stato non può favorire per legge una corsa al riarmo, ritengo che la legge attuale vada rivista dato che i tempi sono cambiati e l'apertura indiscriminata delle frontiere insieme ad una giustizia eccessivamente garantista hanno fatto dell'Italia il paese di Bengodi per bande criminali organizzate e prive i scrupoli. Non ho la soluzione in mano ma credo che incentrare tutto il dibattito sulle armi sia fuorviante. Una pistola in sé non è pericolosa, dipende da chi la impugna. 


Lino Renzetti
San Donà di Piave (Ve)

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Caro lettore,
non è solo un problema di pistole e pallottole. Il fatto è che la legittima difesa in Italia presuppone l'esistenza di un pericolo imminente. In altre parole, se i banditi entrano in un'abitazione, il proprietario è legittimato a reagire, difendersi ed eventualmente sparare, solo se i malviventi dimostrano concretamente l'intenzione di colpirlo. Neppure il fatto che impugnino pistole è sufficiente a giustificare una reazione armata da parte della vittima. È su questo che credo occorra intervenire, fissando il principio che chi entra in una casa per rubare o compiere altri reati deve mettere nel conto di subire le conseguenze di questo suo atto di violenza. Non si tratta di trasformare la legittima difesa in un diritto ad uccidere ma di sancire il diritto che chi viene aggredito in casa propria deve poter reagire e difendersi. 
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