La crisi d'identità del Partito Democratico che rischia la fine dei socialisti francesi

Mercoledì 9 Novembre 2022

Caro direttore,
dire che la madre dei tafazziani è sempre incinta è un'espressione metaforica che indica la volontà di farsi del male ma che si sta trasformando in una realtà semantica grazie alle decisioni strampalate del compagno Letta. Io non sono lombardo e non conosco le realtà di quella regione, ma osteggiare una candidatura Moratti solo per contrapposizione a Calenda-Renzi e proporre per esempio, un Pisapia tutto ideologia e zero pragmatismo, mi sembra il massimo del masochismo. Rosicate rosiconi, rosicate: qualcosa vi resterà. Intanto Fontana ringrazia.

Leonardo Agosti
Cadoneghe (Pd)


Caro lettore,
credo che la candidatura di Letizia Moratti a presidente della regione Lombardia per il Terzo Polo sia una tappa, forse non decisiva ma importante, del processo di ricomposizione del centro sinistra in corso dal 26 settembre, all'indomani cioè delle elezioni e della vittoria del centrodestra guidato da Giorgia Meloni. Ben difficilmente fra 2-3 anni l'attuale opposizione avrà le stesse caratteristiche e gli stessi equilibri di quella attuale. E i cambiamenti potrebbero essere profondi e anche laceranti. A rischiare di più in questo processo è paradossalmente la forza politica più forte, più strutturata e attualmente con il maggior numero di consensi, cioè il Pd. Perché i dem, come dimostrano anche le recenti manifestazioni sulla pace o il dibattito sulle alleanze per le regionali, sono i più divisi al proprio interno. Perché non hanno un leader riconosciuto: Letta non lo è mai stato davvero ed è in uscita e sullo sfondo si intravedono molte candidature ma non una leadership forte e condivisa. Perché più delle altre forze politiche del centro sinistra i dem soffrono di una crisi identitaria e di rappresentanza, conseguenza di quella profonda trasformazione che li ha portati ad essere espressione sempre di più di ceti garantiti e abbienti, piuttosto che del mondo del lavoro o degli strati sociali più bisognosi. Per queste ragioni sul destino del Pd aleggia lo spettro del Psf, il partito socialista francese che in passato ha espresso molti Presidenti della Repubblica, per poi dissolversi in poco tempo sotto l'urto del cambiamento e del movimento di Macron. In realtà le differenze tra caso francese e caso italiano sono numerose e le facili analogie rischiano di ingannare. Ma certamente quella che il Pd sta vivendo è una delle fasi più travagliate e forse decisive della sua storia.      
 

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