Il non rispetto delle regole di Trump può non essere un fatto negativo

Venerdì 3 Febbraio 2017
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Caro direttore,
prima che arrivasse Trump tutti gli stati erano sudditi degli Usa: ovvero qualsiasi decisione americana valeva sempre, ora che è arrivato uno che veramente mantiene (ed è da ammirare) quello che dice ecco che i paurosi si fanno sentire. Siamo onesti: la Merkel è sempre stata europea a parole ma nei fatti ha difeso e difende il popolo tedesco. Siamo onesti e ammettiamolo: perché non vietare l’ingresso a quei personaggi arabi che non vogliono altro che distruzione? Ebbene ora Trump cosa fa: la cosa più logica che ci sia: difendere in qualche modo la propria nazione da quei fanatici. Per me questo è dimostrare coraggio e non come i cari nostri politici che blaterare solo ma alla fine l’unica cosa certa che fanno è quella di mettere tasse su tasse e abbassare i pantaloni.
Gerardo Bissacco
Belluno

Caro lettore,
confesso che a me Trump non suscita ne ha mai suscitato un’istintiva simpatia. Anche se Hillary Clinton, da questo punto di vista, era persino peggio. Ciò detto quando si analizza la politica i giudizi devono prevalere sui pregiudizi. Altrimenti si rischia di raccontare una realtà apparente, diversa da quella che è, come mi sembra stia accadendo in Italia oggi su tante tv e giornali. Trump potrà piacere o meno, ma sta esattamente facendo quello che aveva promesso in campagna elettorale. Tiene fede agli impegni per cui è stato eletto: è un delitto? E’ un errore politico? Non mi pare: è una regola di democrazia. Certo il presidente Usa si muove fuori dalle regole consolidate della politica e delle relazioni internazionali, è questo è un oggettivo elemento di incertezza trattandosi del capo della più grande potenza economica e militare del mondo. Ma questa sua imprevedibilità e la sua ostentata noncuranza per le regole, scritte e non scritte, non è necessariamente un fatto negativo. Lo ha dimostrato l’altro ieri quando ha attaccato la signora Merkel accusandola di usare l’Euro a beneficio soprattutto del suo Paese. Che è esattamente ciò che molti in Europa pensano, ma non hanno il coraggio di dirlo, non almeno con la forza e la franchezza di Trump. Non va sottovalutato. Quello che mi pare si faccia fatica a comprendere è che il mondo sta cambiando rapidamente. Non so se in meglio o in peggio. Ma attardarsi a leggere la realtà attraverso le lenti delle ideologia e della post-ideologia o usando chiavi di lettura del secolo scorso rischia di rivelarsi un clamoroso errore.
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