Al nostro paese non servono libri dei sogni per ripartire

Venerdì 26 Maggio 2017
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Egregio Direttore, 
le elezioni si avvicinano ed il sottoscritto come molti italiani si interroga su chi votare. Scelta non facile perché mai come questa volta i prossimi cinque anni saranno cruciali per il destino dell'Italia e forse dell'intera Europa. Basti pensare a quello che sta succedendo tra immigrati che continuano ad arrivare, disoccupazione, povertà, insicurezza, crisi bancarie, ecc. I partiti politici sono in crisi. Mancano le idee, manca la capacità di rinnovarsi, mancano soprattutto le persone in grado di dare risposte vere e veloci ai problemi della gente. Governare di questi tempi è difficile e quindi c'è bisogno di gente capace (non solo di distruggere l'avversario).Gli arrivisti, gli opportunisti, i ciarlatani, i buonisti, i casinisti, i poco di buono non ci servono. Come diceva un famoso personaggio della televisione: meditate gente, meditate.
Lino Renzetti 
San Donà di Piave (Ve)

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Caro lettore, 
non sono così sicuro che le elezioni si avvicinino: penso che qualcuno vorrebbe votare al più presto nella convinzione che sia questa la soluzione per lui più vantaggiosa. Per il momento, però, non c'è neppure una legge degna di questo nome per far votare gli italiani. E non è affatto detto che in parlamento si trovi rapidamente un accordo per la riforma elettorale. Insomma, posso sbagliarmi, ma non credo che il voto sia proprio dietro l'angolo. E non è detto che per il Paese sia un male. Ciò detto il tema della qualità della classe politica che nei prossimi, cruciali anni sarà chiamata a guidare il Paese, è un tema di assoluta attualità. La fine della crisi e l'inizio della ripresa a livello europeo, rappresentano per l'Italia una sfida di straordinario impegno. Mi permetta una metafora calcistica. Il nostro Paese è come un giocatore con il ginocchio malandato e mal curato. Finchè anche il resto dei calciatori era un po' acciaccato e fuori forma, pure il nostro è riuscito a stare in campo e dissimulare i propri malanni. Adesso che gli altri hanno ritrovato la forma e ricominciano a correre, lui rischia di finire in panchina e di restarci. 
L'Italia è in questa stessa condizione: rischia di scivolare irrimediabilmente verso il declino. Ha perciò bisogno di guide autorevoli, non improvvisate. Di ricette efficaci, non miracolose. Di scelte rapide, non di fughe in avanti. Ha bisogno di imparare a dire sì e non solo no. Insomma ha bisogno di una vera classe di governo. Non di libri dei sogni. 
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