Cocaina a domicilio H24, il nuovo business del clan De Rosa a Latina

La polizia colpisce un sistema di spaccio con consegne a casa e videosorveglianza nei punti clou

Mercoledì 20 Dicembre 2023 di Marco Cusumano
Cocaina a domicilio H24, il nuovo business del clan De Rosa a Latina

Ormai anche gli spacciatori si adeguano alle esigenze dei clienti e così la droga arriva direttamente a domicilio, come se fosse un servizio fornito dai rider.

La polizia ha colpito un vasto traffico di stupefacenti arrestando undici persone tutte appartenenti al gruppo della famiglia De Rosa, imparentata con i Di Silvio e collegata ai Casamonica, mentre per altre tre è scattato l'obbligo o il divieto di dimora.

L'indagine è stata condotta dalla Squadra Mobile di Latina, guidata dal dirigente Mattia Falso, sotto il coordinamento del sostituto procuratore Luigia Spinelli della Dda di Roma. Gli investigatori hanno ricostruito un enorme traffico di droga gestito soprattutto nella zona dei "palazzi grigi" a ridosso di viale Kennedy, in via Londra ma anche in via Sabaudia, una zona molto frequentata dai giovani per la presenza delle scuole.

I PENTITI

Le indagini, anche in questo caso, sono partite grazie a una serie di dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, in particolare Renato Pugliese, Agostino Riccardo e Maurizio Zuppardo. Indicazioni precise, nomi, luoghi, aree di attività che subito sono state vagliate dai poliziotti della Mobile per verificarne l'attendibilità. Una volta raccolti gli elementi e ricostruita l'ampia rete di spaccio, sono state chieste le misure cautelari. I magistrati descrivono il gruppo come un'organizzazione criminale «a carattere familiare che, negli ultimi venti anni, ha monopolizzato lo spaccio di droga - cocaina, crack e hashish - nella periferia di Latina, in particolare nella zona dei "palazzi bianchi" vicino viale Kennedy».

Un luogo storico per la criminalità locale, per anni roccaforte dello spaccio ed evidentemente ancora oggi in piena attività nonostante alcuni precedenti operazioni di polizia che avevano colpito i pusher. Stavolta però le accuse sono più gravi perché la Dda contesta anche il reato di "associazione per delinquere" ed è la prima volta che ciò accade nei confronti della famiglia De Rosa, mentre negli ultimi anni è avvenuto frequentemente per i Di Silvio e i Ciarelli, anche con l'aggravante mafiosa.

ZONE PRESIDIATE

La ricostruzione dello spaccio è avvenuta grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali svolte dagli uomini della Questura di Latina che hanno utilizzato anche molte telecamere installate nei punti più caldi dello spaccio. «Questo ha fatto emergere l'esistenza di una vera associazione criminale al cui vertice, nel corso del tempo, si è affermata una donna, elemento di spicco di una famiglia di etnia rom stanziale sul territorio di Latina».
Si tratta di Giulia De Rosa, 51 anni, detta "Cipolla" finita in carcere insieme a Cesare De Rosa (29 anni) già arrestato per aver sparato a un nordafricano in via Londra, Cristian De Rosa (28 anni), Francesca De Rosa detta Gioia (25 anni), Anna Bevilacqua detta Picchi (28 anni), Leonardo Sciarrillo De Rosa (23 anni), Giulia Bevilacqua (26 anni), Rosaria De Rosa (57 anni), Massimo Cavallaro (52), Giovina Di Silvio detta Becchina (73) e Marco Maddaloni (53 anni). L'obbligo di dimora è stato disposto per Domenico De Rosa (37 anni) e Gabriel Iannaccone (29 anni) mentre il divieto di dimora è scattato per Giovina De Rosa (30 anni).

Lo spaccio, secondo l'accusa, avveniva 24 ore su 24 e le aree erano controllate dai pusher con un avanzato sistema di videosorveglianza, oltre alle classiche "vedette" in via Londra e via Sabaudia. Diversi i sequestri di droga trovata addosso agli acquirenti (alcuni segnalati in Prefettura) che sono serviti a ricostruire lo smercio di sostanze. «Durante le indagini - spiega il dirigente della Mobile, Mattia Falso - sono emersi anche episodi di minacce agli acquirenti morosi e l'uso di armi da sparo, utilizzate per commettere delle rapine». Le ordinanze sono state eseguite ieri all'alba tra Latina, Aprilia e Roma dove sono ricoverati in ospedale tre degli indagati.

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