«Confine altamente sensibile» rimane il Brennero, anche se il ministro dell'Interno austriaco, Wolfgang Sobotka, da Postdam, getta acqua sul fuoco e assicura: «Noi prepareremo degli impianti alle frontiere ma niente barriere finchè non necessario».
Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, conferma che non è che ci siano masse di profughi in Alto Adige che premono sulle frontiere del Brennero. Quindi il messaggio che abbiamo mandato da giorni ormai all'Austria è che non si può prendere una decisione di questo genere, soprattutto in un confine così carico di storia, di simboli«. La preoccupazione, però, non è solo simbolica se Claudio Donati, segretario generale di T.I. Assotir osserva: »Il Brennero si può definire l'autostrada dell'import-export: rallentare il transito delle merci ci riporterebbe indietro di decenni con ripercussioni su tutto il sistema economico italiano. Il trasporto su strada rappresenta l'85% dello spostamento di merci. L'autotrasporto si rivela così un anello della produzione e dei consumi imprescindibile, formando un binomio inscindibile con il marchio del made in Italy. E ancora maggior preoccupazione, ma sul piano umanitario, è espressa dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana: Non è con i muri o la chiusura delle frontiere che si affrontano problemi di carattere umanitario, ma su altri piani e con altri modi. Questa situazione di migrazione universale - ha ammonito - deve essere più seriamente affrontata a livello internazionale, ossia dall'Onu, e non soltanto dell'Europa o dall'Italia che lo sta facendo come meglio può. Non mi pare - ha concluso - che, sotto questo profilo, ci sia ancora un intervento deciso, chiaro e propositivo.