Prima il ricovero per coronavirus, poi le dimissioni e infine un nuovo ricovero. Sembrava volgere per il meglio la situazione di Pierluigi Cecchi, noto pediatra che ha fatto della cura dei bambini la propria ragione di vita, che era riuscito a sconfiggere una prima volta il virus due settimane fa quando il tampone era tornato negativo. Ma quella maledetta polmonite interstiziale causata dal Covid-19 è tornata a colpire, causandone la morte, a 77 anni, lo scorso giovedì nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Pesaro. A trasferirlo lì circa venti giorni fa era stata sua figlia, anche lei medico del reparto rianimazione della struttura.
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A fine marzo il dottor Cecchi era stato portato immediatamente all'ospedale Infermi dopo essere stato colpito da una febbre altissima, risultata poi essere bronchite interstiziale, tipica di un'infezione da Covid. La conferma è arrivata poco dopo il tampone. Da lì inizia un calvario lungo quattro mesi. Undici giorni di cure ospedaliere, poi le dimissioni. Ma il perido a casa, assistito anche dalla moglie, la pediatra Rosalba Rondinelli, dura poco. Le sue condizioni delle sue vie respiratorie tornano ad aggravavarsi e Cecchi è costretto a un nuovo ricovero, che durerà due mesi.
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Per undici giorni il pediatra era stato sottoposto alle cure ospedaliere. Poi è stato dimesso. Dopo un breve periodo a casa insieme alla moglie Rosalba Rondinelli, anche lei pediatra, si riammala nuovamente con gravi difficoltà respiratorie che questa volta gli compromettono l'uso di entrambi i polmoni. Rimarrà ricoverato in rianimazione all'Infermi per altri due mesi.
Pierluigi Cecchi aveva iniziato la sua carriera a Rimini ma per aiutare i bambini aveva girato in tutto il mondo, dall'Africa alla Cina.