Molestie, indagato il prof che l'ateneo aveva "assolto". Inchiesta a Pavia dopo la denuncia di 11 specializzande

Il primario del policlinico San Matteo dovrà rispondere di violenza sessuale aggravata dall'abuso di autorità

Giovedì 11 Aprile 2024 di Federica Zaniboni
Molestie, indagato il prof che l'ateneo aveva "assolto". Inchiesta a Pavia dopo la denuncia di 11 specializzande

«Palpeggiamenti», «toccamenti» e «comportamenti inappropriati».

Sono queste, in sostanza, le parole utilizzate da 11 specializzande del Policlinico San Matteo di Pavia in un questionario anonimo compilato l'anno successivo sull'andamento corso. In massa, segnalavano di essere state molestate dal primario. Dopo un procedimento disciplinare avviato dall'università e successivamente archiviato, la Procura pavese ha chiuso nei giorni scorsi l'inchiesta a carico del medico. L'indagato, che dovrà rispondere di violenza sessuale aggravata dall'abuso di autorità, nega fermamente ogni accusa, sostenendo la sua innocenza. Essendo stato all'epoca dei fatti direttore della scuola di specialità, il professionista si era dimesso dall'incarico subito dopo l'avvio del procedimento interno. A quanto si è saputo, però, non ha mai lasciato la posizione da primario dell'ospedale, dove tutt'ora esercita.

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Le accuse mosse dalle giovani dottoresse risalgono all'anno accademico 2020-2021, quando tutte e 11 avevano frequentato il suo corso. Di ciò che sarebbe accaduto durante le ore trascorse al fianco del medico per la specialistica non si è saputo nulla fino all'anno successivo. È stato allora che tutti gli specializzandi del reparto, circa una ventina, sono stati invitati a compilare il classico questionario della fine dei corsi, utile alle università per capire quali sono i punti di forza e cosa invece migliorare. Tra quelle pagine, che dovevano fornire soltanto qualche spunto, è emerso inaspettatamente l'orrore. Nella sezione dedicata al rapporto con il docente, diverse dottoresse hanno fatto riferimento ad atteggiamenti molesti negli orari di didattica, descrivendo «palpeggiamenti», «confidenze inappropriate» e addirittura «richieste di posizioni fisiche innaturali» con la scusa di fare dimostrazioni e insegnare la materia. Fino a quel momento, sembrerebbe che nessuno ne avesse fatto menzione, eppure per mesi le ragazze si sarebbero trovate costrette a subire quelle attenzioni indesiderate. I questionari non sono passati certo inosservati e l'ateneo si è messo subito al lavoro per fare luce su quanto segnalato dalle specializzande.

L'ARCHIVIAZIONE

Il procedimento disciplinare nei confronti del medico, che ai tempi dirigeva la scuola, è stato aperto nel dicembre del 2021, chiudendosi alcuni mesi dopo con un'archiviazione. Per l'università di Pavia, infatti, non vi sarebbero stati gli estremi per adottare provvedimenti, ma nel frattempo l'ateneo si è premurato di informare la Procura di quanto stava accadendo.


L'indagine coordinata dal pubblico ministero Valentina di Stefano e condotta dai carabinieri, ha preso il via immediatamente. Nelle settimane successive è stata eseguita una serie di accertamenti per verificare ciò che segnalavano le dottoresse. In questo periodo sono stati anche chiamati a testimoniare gli studenti del corso, comprese le giovani che avevano risposto al questionario. Tutte quante avrebbero confermato ancora una volta la loro versione, raccontando ai militari le stesse molestie che erano state descritte in risposta alle domande su come si fossero trovate con il medico. Fin dall'inizio il primario ha continuato a dirsi innocente, sostenendo l'infondatezza delle accuse mosse contro di lui.

LA DIFESA

Nessuna molestia né atteggiamenti inappropriati nei confronti delle specializzande: è questa la linea difensiva. Secondo i legali del dottore, inoltre, non sarebbe verosimile che il tutto possa essere accaduto con naturalezza sotto gli occhi di almeno altre venti persone, e per lo più durante i normali orari di lezione.
La chiusura delle indagini da parte della Procura di Pavia prevede adesso che il pm presenti al giudice per le indagini preliminari una richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione. In questa fase, la difesa potrà produrre memorie difensive o chiedere che l'indagato venga interrogato. Un'opzione probabile, questa, che gli consentirebbe la possibilità di fornire la propria versione dei fatti. Se il magistrato chiederà il processo, si passerà quindi all'udienza preliminare. Per il primario potrebbe anche prospettarsi un processo per violenza sessuale.

 

Ultimo aggiornamento: 14:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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