«Prego ogni giorno che Martina sia in paradiso, continuo a vederla, quel giorno siamo morti in due, io sono un cadavere vivente e ogni giorno chiedo a Gesù di portarmi via».
Omicidio Scialdone, l'ex in aula
L’uomo si è rivolto al fratello della vittima, presente in aula per essere sentito come testimone, chiedendo perdono. «So quanto stai soffrendo, Martina era profondamente attaccata a te - ha detto Bonaiuti - so quello che provi, anche io ho perso due sorelle, io però a differenza di Martina posso vedere la mia famiglia, lei invece non più».
L'accusa
Bonaiuti è accusato di omicidio volontario aggravato dai motivi futili e abietti rappresentati dalla gelosia, dall’aver agito contro una persona a lui legata da relazione affettiva, e dalla premeditazione, in particolare, «portando con sé l’arma sul luogo dell’appuntamento essendo consapevole della volontà di interrompere definitivamente la relazione controllandone gli spostamenti grazie all’installazione clandestina di un dispositivo gps collegandolo al suo cellulare». L’uomo è accusato anche di porto illegale in luogo pubblico della pistola semiautomatica Glock che deteneva per uso sportivo.