Centrale idroelettrica a nord del Ponte
il comitato di salvaguardia dice no

Martedì 7 Aprile 2015
Centrale idroelettrica a nord del Ponte il comitato di salvaguardia dice no
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BASSANO - A pochi giorni dal sopralluogo del sovrintendente Fabrizio Magani sul Ponte degli Alpini, si riaccende il dibattito. In discussione stavolta il progetto di realizzazione di una centralina idroelettrica situata nella parte nord del monumento cittadino, impianto che andrebbe a provocare una serie di danni, non solo ambientali, ma anche storico paesaggistici. E a tale progetto il comitato di salvaguardia del ponte dice no.



La vicenda inizia nel febbraio del 2000, quando la società Belfiore ‘90 presenta al Genio Civile di Vicenza una domanda di concessione di derivazione d'acqua dal fiume Brenta in zona prossima al Ponte Vecchio. Il placet giunge solo nel 2012, dopo tutte le verifiche burocratiche e ambientali del caso.



Nel frattempo, come spesso capita in Italia, cambia la normativa e la società deve ripresentare il progetto in linea con il d.lgs. 387/2013: la Conferenza dei Servizi si riunisce e decide per l'approvazione, con conseguente espropriazione "per ragioni di pubblica utilità" della spiaggetta appartenente alla società Infotrade, poiché necessaria per la costruzione del nuovo impianto.

Intanto, anche il Comune, nell'ottobre 2013, approva in consiglio il progetto della Belfiore.



Tutto però si svolge nella convinzione dell’assenza di costi per l’Amministrazione, cosa che, con il tempo, non sembra più così pacifica, avviando una serie di rimpalli da un ente all'altro: nel 2014 la Regione afferma che deve essere individuato il responsabile della spiaggetta, e la Belfiore si fa da parte per lasciare spazio al Comune.



Stando a quanto spiega la Regione nella delibera del 18 febbraio scorso, inoltre, il motivo dell'esproprio risiederebbe proprio nel fatto che sarebbero previsti degli interventi "diretti a consentire alla popolazione la fruizione dell'area, attualmente incolta e in stato di abbandono". Peccato che l'attuale amministrazione, diversa rispetto a quella che deliberò per il sì nel 2013, neghi assolutamente la presenza di progetti in merito.



Un quadro ingarbugliato che si complica ancor più se si mettono in fila i danni ambientali e paesaggistici che deriverebbero dalla realizzazione della centralina.



«Si va - spiega Filippo Giustiniani, del comitato di salvaguardia del ponte - dall'inquinamento acustico alla rovina del paesaggio, fino alla sommersione completa dello storico lavatoio presente in loco. Inoltre – aggiunge – nei periodi di magra il Brenta verrebbe “messo in secca” per un tratto di circa 200 metri tramite un prelievo di 8 metri cubi di acqua al secondo. Senza contare che la spiaggetta sarebbe l'unico punto di accesso possibile per un eventuale cantiere di ristrutturazione del ponte. Ecco perché tale questione non rappresenta più solo una diatriba tra privati, ma necessita di un ulteriore passaggio in consiglio comunale per decidere le sorti di una zona che è patrimonio comune».



Prevista ora per il 15 aprile la Conferenza dei Servizi che deciderà sull’approvazione definitiva del progetto.
Ultimo aggiornamento: 10:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA