Di nuovo terrore nelle strade di Istanbul: un'autobomba diretta contro un bus di poliziotti anti-sommossa, vicino allo stadio della squadra di calcio del Besiktas, ha provocato almeno 15 morti e decine di feriti. I testimoni, nei pressi dello stadio, hanno sentito due forti esplosioni circa due dopo la fine di una partita della massima divisione turca tra i padroni di casa del Besiktas e il Bursarpor. Le seconda esplosione, probabilmente causata da un kamikaze, sarebbe avvenuta in piazza Taksim.
L'intero centro della città è stata subito blindata dalla polizia e decine di ambulanze hanno fatto la spola con gli ospedali.
Secondo la tv turca l'autobomba ha colpito proprio un mezzo della polizia che stava lasciando lo stadio, dopo l'uscita dei tifosi dall'impianto. Il ministro dello sport Akif Cagatay Kilic ha parlato di «crudele attentato terroristico, che vuole minacciare l'unità della nazione». E le autorità hanno disposto il silenzio stampa, come accade sempre in seguito ad un attentato in Turchia.
Il presidente Recep Tayyip Erdogan, che si trovava a Istanbul al momento dell'attacco, segue gli sviluppi in contatto con il primo ministro e il capo della polizia. Al momento non c'è stata alcuna rivendicazione, ma l'intelligence turca nei giorni scorsi aveva diffuso un'allerta su possibili attentati dell'Isis con autobomba ad Ankara, nei primi giorni di dicembre. Appena sei mesi fa, sempre a Istanbul, 45 persone erano rimaste uccise e centinaia ferite nell'assalto con armi da fuoco e bombe all'aeroporto, da tre uomini sospettati di essere militanti dell'Isis. Diversi altri attentati, nel corso degli ultimi anni, sono stati attribuiti invece ai militanti curdi del Pkk.