Tassi, Patuelli (Abi): «La Bce allenti la morsa, l'inflazione sta scendendo»

Il presidente dell’Abi: «Gli industriali hanno ragione, denaro troppo caro»

Domenica 30 Luglio 2023 di Umberto Mancini
Tassi, Patuelli (Abi): «La Bce allenti la morsa, l'inflazione sta scendendo»

«Le preoccupazioni di Confindustria su un rallentamento dell’economia legato alla stretta sui tassi voluta dalla Bce si basano su dati oggettivi e logici.

Ma è altrettanto vero che ormai siamo al picco e che la banca centrale non può non riconoscere i segnali che vengono dal fronte dell’inflazione». 

Va dritto al punto Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, che valuta con preoccupazione, anche se con i consueti toni garbati, la doppia mossa dell’Eurotower che giovedì scorso non solo ha portato il costo del denaro al 4,25 per cento, il livello più alto dalla nascita dell’euro, ma ha anche penalizzato la liquidità per il sistema creditizio, azzerando la remunerazione della riserva obbligatoria.

Presidente Patuelli, andiamo verso crescita zero dopo l’ennesima stretta della Bce, come sostiene Confindustria nel suo rapporto di previsione?
«L’andamento del Pil è in rallentamento da tempo. Una frenata dopo la spinta arrivata con la fine della pandemia e la riduzione degli incentivi fiscali legati all’edilizia. Va detto che anche l’inflazione è in discesa, così come i prezzi del gas. Non c’è dubbio però che la Bce con la sua politica rischia di rallentare l’economia, rendendo il credito più scarso e caro. Una scelta non certo favorevole al mondo produttivo e alle stesse banche che si trovano di fronte due problemi: la crescita dei tassi e la stretta sulla liquidità».

Vede rischi di recessione in Italia, visto che anche la locomotiva tedesca sta rallentando da mesi e che le due economie sono molto interconnesse?
«Vedo per l’Italia il rischio di tornare ad incrementi da zero virgola, come accaduto purtroppo tante volte in passato, anche recente. Incrementi minimi, di scarso rilievo, preoccupanti. L’industria sta rallentando e anche il settore del turismo che per ora tiene, alla fine dell’estate potrebbe risentire di vari fattori come la crisi tedesca. Temo che alla fine del periodo vedremo meno stranieri al mare in Italia e più italiani all’estero. Parallelamente c’è una frenata degli investimenti legata anche alla riduzione degli incentivi fiscali per le imprese. Credo sia necessario accelerare il passo proprio su questo fronte, sulla riforma fiscale, facendo in modo che il comparto dell’edilizia, uno dei settori portanti per il nostro Paese, riprenda slancio».

In che modo si può spingere la ripresa?
«Per esempio anticipando le misure fiscali previste dalla Delega e su cui c’è ampia condivisione. Immagino siano utili incentivi fiscali poliennali per incoraggiare lo sviluppo delle case green, per favorire la transizione energetica, per accelerare su questi due fronti, come del resto ci chiede l’Europa. Misure che devono arrivare subito proprio per rilanciare la crescita. Di pari passo credo sia anche urgente favorire gli investimenti e il risparmio».

Questa di luglio sarà a suo avviso l’ultima stretta della Bce o ci sarà una replica a settembre?
«I rialzi della Bce per contrastare l’inflazione sono stati rapidi e ripetuti nel tempo, come mai accaduto prima con l’euro. Confido che l’aumento di luglio, sulla scia di quanto fatto anche dalla Fed, dello 0,25% sia l’ultimo e che non vi siano ulteriori misure in vista. Del resto la Bce dovrebbe forse anche riflettere quando guarda alla soglia del 2% di inflazione come obiettivo irrinunciabile».

In che modo? I falchi non saranno d’accordo?
«L’obiettivo del 2% va inteso appunto come un obiettivo, ma è importante, a mio parere, che si valuti la tendenza alla riduzione, che non ci siano delle estremizzazioni. Per evitare di frenare la ripresa - e bisogna sottolineare che ci sono ancora la tensioni legate alla guerra Russia-Ucraina - sarebbe opportuno dare tempo ai prezzi di scendere, senza ulteriori scossoni».

In questo quadro la messa a punto di una legge di Bilancio orientata alla crescita è fondamentale sia per le banche che per il sistema produttivo?
«Determinante. La legge di Bilancio, a cui si sta mettendo mano in queste settimane, va orientata alla crescita, per spingere l’economia e l’occupazione proprio in un momento di estrema complessità. Il mondo bancario, come dimostrato in passato, sta facendo e farà la sua parte per sostenere lo sviluppo».
 

Ultimo aggiornamento: 31 Luglio, 09:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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