Sconti nei supermercati e in farmacia, ecco dove si risparmia di più e quanto: il trimestre anti-inflazione

Dal 1° ottobre è partito il trimestre anti-inflazione, con sconti rafforzati in supermercati, mini-market e farmacie. Come sta andando l'iniziativa, promossa dal ministro delle Imprese Adolfo Urso, e quanto si può risparmiare da qui a Capodanno

Mercoledì 8 Novembre 2023 di Giacomo Andreoli
Una farmacista sistema un cartello del trimestre anti-inflazione su alcuni prodotti

Coop, Lidl, Esselunga, Tigre, Conad. Il trimestre anti-inflazione, con alcuni sconti e promozioni sui beni di largo consumo (alimentari e non) va avanti nei maggiori supermercati italiani. A poco più di un mese dall’avvio dell’iniziativa voluta dal ministro delle Imprese Adolfo Urso i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona risultano però pressoché fermi rispetto a settembre (+0,1% a ottobre e prima erano scesi). Il calo del cosiddetto "carrello della spesa" su ottobre 2022 (da +8,1% a +6,3%) è invece determinato più dal forte aumento che c’era stato un anno fa su base mensile. 

Si attendono dati più precisi dal primo monitoraggio che dovrebbe essere fatto dal Garante per la Sorveglianza dei prezzi assieme ai tecnici del ministero delle Imprese e alle associazioni dei consumatori. Queste potrebbero essere ricevute al Mimit a fine novembre o inizio dicembre. Secondo i rappresentanti dei consumatori, comunque, si sta assistendo a un sostanziale flop

Di diverso avviso la grande distribuzione alimentare, che a differenza dei marchi del Made in Italy sta mettendo in campo iniziative tangibili: per loro ci sono i primi segnali di ripresa dei consumi. Vediamo nel dettaglio cosa sta succedendo, quanto si potrebbe risparmiare entro Capodanno e dove ci sono le migliori offerte.

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Sconti nei supermercati, dove ci sono finora

Per ora l’effetto del “carrello tricolore” non è quello che il governo auspicava quest’estate, con Assoutenti che parlava di risparmi a famiglia di 100-150 euro, ma per il Mimit c’è un apparente argine agli aumenti. L’iniziativa, che varrà fino al 31 dicembre 2023 in via sperimentale, è partita in 35mila punti vendita tra farmacie, negozi alimentari e market (qui l'elenco completo provincia per provincia), con le principali catene che solo a fine ottobre si sono attrezzate definitivamente con gli appositi bollini.

In campo sconti (anche del 10-20%), promozioni e prezzi bloccati sui prodotti a marchio.

Gli oltre 30 grandi nomi industriali del Made in Italy che hanno aderito al patto, però, non hanno messo in campo sostanziali iniziative, se non un generico “blocco dei listini”. La maggior parte dei contratti con la distribuzione, in ogni caso, si rinnovano a fine anno, quindi molti prezzi sarebbero stati comunque fermi fino a dicembre. Barilla forse non aumenterà i costi a inizio 2024, Mutti non lo ha fatto con il rinnovo dei contratti a settembre. Tra i pochi prodotti noti con nuove promozioni la passata di verdure di Orogel. Così la distribuzione prevede un risparmio medio in tre mesi di soli 30 euro a famiglia, considerando anche le promozioni già in essere prima di ottobre.

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L'elenco delle iniziative e i prodotti coinvolti

Ma dove si sta risparmiando di più? Queste le iniziative comunicate nei supermercati:

  • Coop: sconto del 10% su oltre 200 prodotti a marchio Coop di largo consumo, altri 1000 prodotti a marchio con prezzi bloccati fino alla fine dell’anno (tra questi biscotti, olio, succhi, marmellate, caffè, tonno);
  • Conad: oltre 600 prodotti a prezzi calmierati fino alla fine dell’anno (dal riso alla farina, passando per i prodotti per pulire in casa);
  • Lidl: dal latte alle uova, dagli spaghetti alla farina - intero carrello selezionato con prezzo bloccato sotto i 20 euro;
  • Carrefour: 900 prodotti a prezzo calmierato, 30 prodotti a 30 euro, qui elenco;
  • Despar: 300 prodotti a prezzo calmierato (compresi bevande e formaggi);
  • Todis: prezzi calmierati anche su prodotti senza glutine e senza lattosio;
  • Esselunga: con una spesa completa di prodotti della linea Smart, 40 prodotti a meno di 40 euro a prezzi bloccati, e dal 9 ottobre al 31 dicembre con uno sconto del 20% su una selezione di prodotti a marchio (tra cui surgelati, insaccati, zucchero, sale, carta igienica, detersivi, shampoo e bagnoschiuma ecc...);
  • Tigre e Famila: centinaia di prodotti a prezzo bloccato o con sconti variabili.

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L'aumento delle vendite per i prodotti a marchio

I dati diffusi da Istat relativi alle vendite al dettaglio, alimentari e non alimentari, del mese di settembre evidenziano un incremento del valore dell'1,3%, al quale corrisponde un calo dei volumi del 4,4%. Sono dati che confermano una situazione di debolezza dei consumi, ma secondo Federdistribuzione nel mese di ottobre si registrerebbero i primi segnali positivi, da 12 mesi a questa parte, sull’andamento dei volumi nel comparto alimentare.

L’analisi dei dati relativi ad ottobre farebbe emergere in particolare un miglioramento dei canali della distribuzione moderna. La vendita in volume sarebbe in aumento dell'1,7%, contro il calo dello 0,1% di settembre e con un’inflazione relativa a questo paniere che scende dal 7% di settembre al 5% di ottobre. Il mese scorso i prodotti a marchio dei distributori (tra cui i grandi supermercati, da Coop a Lidl, passando per Conad ed Esselunga) hanno visto un aumento delle vendite in volume del 5,4%, contro la crescita del 2,5% di settembre. L'inflazione su questi prodotti è scesa dal 6,5% di settembre al 3,4% di ottobre.

La quota di mercato dei prodotti a marchio raggiunge così ad ottobre il risultato "storico" del 32,9%, con una crescita di 0,5% rispetto a settembre. Per quanto riguarda l’industria delle grandi marche, il trend delle vendite a volumi è in terreno negativo (-0,5% a ottobre, contro -1,6% di settembre), con l’inflazione su questo segmento che scende dal 7,6% al 6,2%, e la quota di mercato che perde lo 0,5%. 

«Ottobre è il primo mese del trimestre anti-inflazione, che ha visto l’adesione pressoché unanime delle imprese della distribuzione - ha commentato Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione - L’offerta dei prodotti a marca del distributore sta avendo un riscontro positivo da parte delle famiglie, che ne apprezzano sempre più la qualità e la convenienza. È però evidente il ruolo marginale che l’industria di marca ha avuto sull’iniziativa del trimestre, con interventi limitati a qualche proposta promozionale. Per poter raggiungere un obiettivo di riduzione strutturale dell’inflazione e un sostegno al rilancio dei consumi è però necessario il contributo anche da parte delle imprese dell’industria dei beni di largo consumo, che deve necessariamente passare attraverso un intervento per ridurre i prezzi di listino».

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Le critiche dei consumatori

Di diverso tono, come detto, le associazioni dei consumatori. «Un flop! Questo è stato il provvedimento del Trimestre anti-inflazione - dice Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori - una scatola vuota in cui ogni punto vendita puó fare quello che vuole con offerte farlocche a danno dei consumatori: ora la conferma ufficiale arriva dall’Istat. Rispetto a settembre i prezzi dei prodotti alimentari, ossia quelli interessati dal "carrello tricolore", invece di scendere di prezzo salgono addirittura (+0,1%). La cosa grave è che i prodotti alimentari stavano diminuendo di prezzo, e l’inflazione era passata dal +0,2% di agosto al -0,1% di settembre, mentre ora, dopo l’entrata in vigore del protocollo, risalgono dello +0,1%».

Per le vendite di ottobre l'Unc attende i dati ufficiali istat, ma secondo Dona «sarebbe sbagliato attribuire un eventuale aumento delle vendite a un successo del trimestre anti-inflazione che aveva invece come obiettivo presunto quello di ridurre i prezzi». Quanto all'aumento delle vendite dei prodotti a marca del distributore, conclude, «lo avevamo ampiamente previsto: la distribuzione ha colto l'opportunità  mediatica data dal trimestre per spingere su quei prodotti, gli unici sui quali poteva realisticamente fare degli sconti. Insomma è probabile uno spostamento nelle vendite verso quelli a marca del distributore a danno delle altre marche, mentre vediamo crescere nei supermercati il fenomeno della shrinkfkation: costi uguali su prodotti con peso minore».

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L'effetto sull'inflazione

Sostanzialmente d'accordo Federconsumatori. «Proseguono gli aumenti, spesso interessati da fenomeni speculativi inaccettabili - fa sapere l'associazione - Il successo del carrello tricolore affermato dal governo è tutto da dimostrare. L’aumento dei volumi di vendita dei marchi della distribuzione non fa altro che confermare, in tal senso, le nostre preoccupazioni, ovvero che tale operazione si sia di fatto concretizzata in una pubblicità gratuita ai prodotti private label. Una campagna seria e veramente efficace avrebbe richiesto ben altro, soprattutto in tema di trasparenza dei prezzi e delle promozioni. Scegliendo questa strada, invece, non si porteranno benefici ai consumatori, se non limitati e marginali».

Secondo Urso, invece, l’iniziativa del trimestre anti-inflazione è un «successo», nonché una concausa del calo dell’inflazione nel mese di ottobre. Per la Cgil «mistifica la realtà», perché «il calo dell'inflazione, come dice l’Istat, è dovuto in gran parte alla riduzione dei costi dell'energia».

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Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 00:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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