Def, Ires giù e più produttività: così la spinta alla ripresa

Mercoledì 28 Settembre 2016 di Andrea Bassi
Def, Ires giù e più produttività: così la spinta alla ripresa
1

Spingere la crescita. Fare in modo di battere le previsioni che a bocce ferme, se cioè non ci fosse nessun intervento da parte del governo, non schioderebbero il paese da una crescita di un misero 0,7%. Il quadro “programmatico”, quello disegnato grazie all’intervento sull’economia attraverso la legge di Stabilità, consentirà, secondo i piani di Palazzo Chigi e del Tesoro, un salto del prodotto interno lordo il prossimo anno. La prossima manovra sarà imbottita di misure per la crescita. Le poche risorse disponibili, come ha ricordato il ministro Padoan, serviranno a questo.

GLI INTERVENTI
L’armamentario è già stato praticamente messo a punto. Manca qualche limatura, ma il grosso del lavoro è stato fatto. Una delle misure cardine è stata inserita e finanziata con la manovra dello scorso anno. Si tratta dell’abbattimento dell’aliquota Ires per le imprese dal 27,5% al 24%, che porterà il prelievo sugli utili ad uno dei livelli più bassi dell’Unione europea. Nella legge di stabilità che sarà presentata ad ottobre, a questa misura se ne affiancherà una gemella che riguarderà artigiani e professionisti. Gli utili che lasceranno nelle loro attività saranno tassati al 24%, e non più con l’aliquota marginale Irpef che può arrivare fino al 43%. L’acronimo di questa nuova tassazione è “Iri”, imposta sui redditi dell’imprenditore. Ma la vera parte del leone del piano per la crescita del governo, lo farà il cosiddetto pacchetto Industria 4.0. Si tratta di una serie di sgravi automatici per le imprese che investono, del valore complessivo di 13 miliardi. Dentro ci sono i super ammortamenti già sperimentati con successo lo scorso anno. Quando un’impresa compra un nuovo macchinario, le detrazioni ai fini fiscali sono applicate sul 140% el valore del bene e non sul 100%. Ma la novità di quest’anno sarà la versione potenziata di questo strumento: l’iper ammortamento. Per gli investimenti necessari a digitalizzare il processo produttivo, il valore ai fini fiscali del bene sarà non più il 140% ma addirittura il 250%. Secondo il governo questa misura dovrebbe servire a far fare un salto tecnologico alle imprese, ma con l’effetto anche di spingere gli investimenti e rilanciare la crescita. Del pacchetto farà parte anche il bonus ricerca, uno sgravio del 50% dei costi aggiuntivi di ricerca e sviluppo di nuovi beni o servizi. 

LE CIFRE IN CAMPO
La manovra punterà molto anche sull’aumento della produttività, uno dei mali atavici dell’economia italiana. Anche in questo caso il punto di partenza sarà uno strumento già sperimentato negli ultimi anni: la detassazione del salario accessorio. I premi e gli straordinari avranno un’aliquota agevolata del 10% come nel passato. Ma la misura sarà rafforzata. Oggi si può applicare ai redditi fino a 40 mila euro lordi l’anno, e con un tetto massimo di 2 mila euro per lavoratore, che può arrivare fino a 2.500 euro se ci sono accordi aziendali tra datore e sindacati. Entrambi i tetti saranno rivisti al rialzo. Il reddito sarà fatto salire fino a 80 mila euro, in modo da ricomprendere negli incentivi anche i quadri e i dirigenti. Il limite annuo del salario accessorio che potrà beneficiare della tassazione agevolata, salirà a 3 mila euro, per spingersi fino a 4 mila nel caso di aziende in cui ci siano accordi con i sindacati. Sempre sulla scia del potenziamento di strumenti per la crescita già operativi che hanno dato buoni risultati, va inserito anche il nuovo eco bonus per le ristrutturazioni edilizie. Si tratta dello sgravio fiscale del 65% per chi effettua lavori di ristrutturazione che hanno i crismi dell’efficienza energetica. La novità è che a beneficiarne non saranno più solo i singoli appartamenti, ma anche i condomini. Lo sgravio potrà essere ceduto a dei fondi di investimento in cambio dei lavori di ristrutturazione. In questo modo potranno decidere di effettuare i lavori anche coloro che non hanno le disponibilità liquide o gli incapienti, persone che hanno redditi bassi e quindi non hanno possibilità di detrarre il costo dei lavori. L’eco bonus avrà un ruolo centrale anche nel piano Casa Italia, quello per adeguare alle norme antisismiche il patrimonio immobiliare. Tutte queste misure dovrebbero permettere di movimentare diversi miliardi di euro privati, in modo da spingere il prossimo anno la crescita a ridosso o sopra l’1%. O almeno è quello che spera il governo. 
 

Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 13:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci