Def, Renzi pronto a forzare la mano con Bruxelles sulla flessibilità

Mercoledì 28 Settembre 2016 di Alberto Gentili
Def, Renzi pronto a forzare la mano con Bruxelles sulla flessibilità
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La partita con Bruxelles è ancora tutta da giocare. Nello scrivere il Documento di economia e finanza, varato ieri notte dal Consiglio dei ministri, Matteo Renzi ha di fatto lanciato una sfida al fronte rigorista. Nel Def il premier e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan hanno scritto che il prossimo anno il rapporto deficit-Pil si attesterà al 2,0%. Due decimali in più di quanto concordato l'anno scorso con Bruxelles, ma anche 4-5 decimali in meno di quanto si sarebbe voluto spingere Renzi per poter avere a disposizione 10 miliardi con cui spingere la crescita e dare qualche sforbiciata alle tasse a favore di pensionati, ceto medio e imprese.

Ed è su questi 4-5 decimali, pari a 6,5-8 miliardi di euro, che da qui a novembre, quando la commissione dovràesaminare la prossima legge di stabilità , si giocherà la partita tra il governo italiano e Bruxelles. Renzi vuole far valere per intero le "circostanze eccezionali" rappresentate dal terremoto, dall'ondata migratoria e dal giro di vite sul fronte della sicurezza innescato dagli attacchi terroristici in Europa. La Commissione europea, che ha accettato da tempo l'idea di una interpretazione flessibile dei parametri, non intende però spingersi troppo in la . Perché negli ultimi anni l'Italia ha già sfruttato 18-19 miliardi di spese in deficit. Perché il debito pubblico non cala, nonostante le promesse. E perché in Germania Angela Merkel si deve preparare alle elezioni di settembre e non può far passare l'idea che offra sponda alle finanze "spensierate" italiane.

C'è da dire che Renzi, convinto che litigare con la Cancelliera e con Bruxelles gli porti voti, ha intenzione di tirare dritto.
«Ci prenderemo tutta la flessibilit che ci serve, in autonomia».
Ha detto l'altra sera. Tanto più che una eventuale proceduta d'infrazione promossa da Bruxelles contro Roma, in questa fase elettorale, sarebbe per il premier come una medaglia da appuntarsi sul petto petto. E che, come ha dimostrato in luglio la cancellazione delle multe comminate a Spagna e Portogallo per deficit eccessivo, lo strappo sarebbe a costo zero. Sempre che i mercati finanziari e gli speculatori non tornino a prendere nel mirino l'Italia, Ricordate il 2011? Rammentate il tormentone dello spread?
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