Banche, il premier avverte la Ue: «Corriamo il rischio dell'instabilità»

Domenica 10 Luglio 2016 di Marco Conti
Banche, il premier avverte la Ue: «Corriamo il rischio dell'instabilità»
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L'eurozona dipende dalla stabilità dell'Italia e la ripresa economica dell'Occidente dipende dall'Europa. Ieri, durante il colloquio a tre, né Angela Merkel né Jean Claude Juncker hanno nuovamente esortato Matteo Renzi a rispettare le regole. Ulteriore conferma, qualora ce ne fosse bisogno, di quanto sia comune la consapevolezza che c'è più di una cosa che non funziona nel bail-in e negli indicatori usati da Eba per gli stress test che a fine mese potrebbero mettere in ulteriore difficoltà Mps.

PARTNER
Renzi ne è convinto a tal punto da non citare mai, durante la conferenza stampa che chiude il vertice Nato di Varsavia, il Monte dei Paschi. Piuttosto parla di «gioco di squadra» con «il pieno supporto dei partner europei» per risolvere problemi che riguardano l'Italia ma presto potrebbero essere anche della Germania viste le difficoltà della Bremer Landesbank e della stessa Deutsche Bank messa di recente sotto osservazione dal Fondo Monetario Internazionale. Il lungo periodo di tassi a zero spinge gli investitori a cercare nuove forme di remunerazione del capitale e i crediti in sofferenza delle banche sembrano essere diventati il nuovo Eldorado.
 
Un business florido in tutta Europa che però ora sembra puntare sull'Italia scopertasi nuovamente l'anello debole dell'eurozona dopo il referendum sulla Brexit. Domani e dopomani nuovo vertice Ecofin a Bruxelles, con il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, per cercare una soluzione al problema-banche. Renzi resta fermo nel voler sottrarre gli investitori istituzionali dagli obblighi degli azionisti. Il timore di ulteriore e ben più grave instabilità finanziaria deriva dalla presenza tra gli investitori istituzionali non solo di fondi, ma anche del capitale di altre banche - visto l'intreccio di partecipazioni - nonché degli enti locali. Evocare l'articolo 45 significa per Renzi «rispettare le regole» ed evitare che la penalizzazione degli obbligazionisti crei quella «instabilità finanziaria» prevista dal bail-in e che le conseguenze della Brexit potrebbero accrescere. Sulla stessa linea è la Bce che tre giorni fa si è espressa con il vicepresidente Vitor Constancio invitando a «una profonda riflessione» e a considerare «il possibile utilizzo della deroga per ragioni di stabilità finanziaria».

Mettere a riparo le banche italiane attraverso il via libera ad aiuti di Stato in grado di contenere le perdite di azionisti e obbligazionisti, significa - per Renzi - evitare un nuovo shock all'Europa. Ieri mattina il presidente del Consiglio ne ha parlato ancora a Varsavia con la Cancelliera avendo al suo fianco il presidente della Commissione. La Merkel è consapevole dei rischi che alcune banche stanno correndo anche in Germania, ma si muove con cautela nel tentativo di evitare che possa andare in crisi il sistema di regole europee e che il mercato metta sulla graticola non solo gli istituti che hanno quote elevate di sofferenze ma anche chi è esposto con derivati dalla scarsissima - se non negativa - redditività.

GRECIA
Il governo punta ad arrivare all'appuntamento del 29 con un piano di smaltimento dei crediti in sofferenza di Mps sostenuto dal fondo Atlante che verrebbe ricapitalizzato, ma il nodo dell'intervento pubblico non è stato ancora sciolto dalla Commissione che comunque non potrà non tenere in considerazione gli inviti alla cautela provenienti dalla Bce e dal Fondo Monetario Internazionale. Per qualcuno al momento della crisi greca la flessibilità di Bruxelles non si spinse fino all'articolo 45. Stavolta però è la Brexit ad alimentare la paura e gli effetti della decisione inglese si sono prodotti solo in minima parte. Nel frattempo il predecessore di Juncker, Manuel Barroso è stato nominato presidente di Goldman Sachs.

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Ultimo aggiornamento: 13 Luglio, 17:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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