All'ONU si comincia a parlare degli stupri di Hamas sulle donne israeliane il 7 ottobre

Mercoledì 6 Dicembre 2023
All'ONU si comincia a parlare degli stupri di Hamas sulle donne israeliane il 7 ottobre

Alle Nazioni Unite sono stati sentiti i report sugli stupri avvenuti il 7 ottobre nei kibbutz israeliani e al festival della musica da parte dei terroristi di Hamas.

In quel contesto, secondo quanto hanno riportato le agenzie internazionali, sono emerse critiche per i silenzi di tante ong che si occupano di diritti delle donne poiché non sarebbero arrivate condanne e non hanno promosso indagini. L'incontro avvenuto due giorni fa è stato organizzato dall'ex ad di Meta, Sheryl Sandberg. Anche se Hamas ha finora negato che ci siano mai state violenze sessuali, i resti dei corpi delle donne ritrovati non lasciano spazio ad alcun dubbio. Così come nemmeno i filmati ripresi durante gli stupri stessi da parte dei miliziani e poi trasmessi come fossero trofei di guerra nei canali Telegram il 7 ottobre. 

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Durante l'incontro, a cui hanno partecipato circa 800 persone tra cui diplomatici di dozzine di paesi, sono stati mostrati tanti video con le testimonianze della polizia, dei primi soccorritori, dei medici che hanno descritto le mutilazioni genitali e le sparatorie. Un sopravvissuto all'attacco al rave ha raccontato di aver assistito a uno stupro di gruppo. Corpi denudati dalla vita in giù, mutilati nei genitali. Altre testimonianze sono arrivate da chi ha dovuto preparare i cadaveri per la sepoltura con descrizioni oscene. Le mutilazioni genitali erano sistematiche. 

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Una commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite che indaga sui crimini di guerra ha detto che si concentrerà sulla violenza sessuale da parte di Hamas, anche se è probabile che il suo lavoro potrebbe essere ostacolato dal fatto che Israele non ha collaborato con la commissione, accusata di avere un pregiudizio anti-israeliano. Secondo Meni Binyamin, il capo dell'Unità internazionale di investigazione criminale della polizia israeliana, anche uomini sembrano essere stati violentati dai miliziani.

Alcune associazioni israeliane per i diritti delle donne il mese scorso avevano denunciato il rischio di preservare le prove forensi necessarie per far luce sulla portata estesissima della violenza sessuale commessa contro donne e ragazze.

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