Torna Lolita Lobosco, la poliziotta sui tacchi a spillo che azzecca più “casi” che amori e ha l’energia, l’ironia, la femminilità esplosiva di Luisa Ranieri.
Anche lei è incapace di perdonare chi le ha fatto del male?
«No, dimenticare i torti subiti è il mio grande difetto. Magari mi aiuta a vivere meglio, ma mi espone al rischio di essere ancora ferita. Ognuno fa i conti con quello che è».
Come Lolita, le donne hanno imparato a puntare sul lavoro senza rinunciare alla femminilità?
«Penso di sì, oggi il sex appeal non è più considerato un ostacolo al successo, qualcosa che nasconde gli attributi. Noi donne gli attributi non li abbiamo e nemmeno li vogliamo: le nostre armi vincenti sono l’intuito, la compassione, l’intransigenza».
Cosa le ha dato, al di là degli ascolti-record delle precedenti stagioni, il personaggio della poliziotta?
«La voglia enorme di ritrovare Lolita per raccontare i suoi cambiamenti. Butta il cuore oltre l’ostacolo, anche se per lei l’amore non è centrale. È modernissima. Questa terza stagione parla inoltre di un tema importante: a una certa età le donne entrano in relazione con uomini che hanno un vissuto alle spalle, come il personaggio di Pecci che è vedovo con tre figli. E devono decidere se vogliono mettersi sulle spalle le famiglie degli altri».
Luisa Ranieri riporta in tv Lolita Lobosco "Poliziotta e donna modernissima"
E lei si sente cambiata?
«Sono più sicura di me, ma questo non è legato all’età bensì alle conferme che ho avuto nel lavoro. È un momento talmente bello che ho paura a parlarne... sto vivendo una rinascita artistica e, se non ci fosse stata, non so come avrei affrontato il fatidico compleanno dei 50».
È vero che Depp l’ha scritturata senza provino per interpretare la proprietaria di un bar frequentato a Parigi da Modigliani-Riccardo Scamarcio?
«Sì, credo che si sia emozionato vedendomi nel film di Paolo Sorrentino È stata la mano di Dio».
E com’è il divo americano visto da vicino?
«Un regista attentissimo e gentile, molto umano. Pur essendo una superstar che gira con i gorilla, sul set mi ringraziava continuamente, cosa insolita nel cinema».
Gli altri registi con cui aveva lavorato erano arroganti?
«Non dico questo, ma essere ringraziati dopo le riprese non è scontato. È stato fantastico girare Modì».
Nel film di Ferzan Ozpetek “Nuovo Olimpo” ha interpretato Mina: ha incontrato la grande cantante?
«Purtroppo no, ma sentire il vocale che ha spedito a Ferzan per elogiarmi è stata una gioia enorme».
Cosa chiede oggi alla sua carriera?
«Nulla, quasi quasi vorrei fermarmi qua. Negli ultimi 10 anni ho avuto incontri bellissimi e sono cresciuta tanto».
Scarseggiano ancora i bei ruoli per le attrici over 50?
«Qualcosa sta cambiando, ma il ribaltamento deve partire da noi donne. Dobbiamo essere combattive e solidali. Basta con le guerre da pollaio. Non voglio più leggere o sentire commenti negativi di una donna su un’altra. È l’unico modo per sconfiggere la cultura maschilista».
Dirigerà anche lei un film?
«Non sento questa esigenza che anzi mi spaventa un po’. Sono felicissima di fare la produttrice».
Che progetti ha?
«Qualcosa bolle in pentola, ma spero di avere qualche mese di riposo per stare con le mie figlie. Sono una mamma severa perché vengo da quel tipo di educazione, mentre mio marito Luca (Zingaretti, ndr) è più “figlio dei fiori”, cioè permissivo».
Ha un sogno?
«Girare un film con un grande autore. Da protagonista».