Giovanna Mezzogiorno: «Sono ingrassata e il cinema mi ha esclusa. Le donne sono state più crudeli degli uomini»

L’attrice parla del suo corto da regista, “Unfitting”, in cui racconta come è stata emarginata dopo aver preso venti chili: «Tranne i medici nessuno mi ha aiutata»

Lunedì 23 Ottobre 2023 di Gloria Satta
Giovanna Mezzogiorno: «Sono ingrassata e il cinema mi ha esclusa. Le donne sono state più crudeli degli uomini»

Una denuncia, anche se condita dall’ironia. Una storia autobiografica che parla di «bullismo digitale», «dittatura estetica», body shaming e arriva al pubblico come un pugno nello stomaco: con Unfitting (Inadeguata), cortometraggio molto applaudito alla Festa di Roma, Giovanna Mezzogiorno esordisce nella regia.

E sceglie di raccontare l’emarginazione da lei subita quando, ingrassata di 20 chili dopo la gravidanza dei suoi gemelli Leone e Zeno oggi 12enni, era stata messa da parte dal cinema malgrado il suo enorme talento ma solo perché «inadeguata» ai canoni estetici dominanti. 

Nato da un’idea di Silvia Grilli, direttrice del settimanale Grazia, («ascoltati i racconti di Giovanna, ho pensato che un’intervista non fosse sufficiente», spiega), prodotto da Manuela Cacciamani in collaborazione con Grazia e Bulgari, il corto ha per protagonista Carolina Crescentini nel ruolo di un’attrice ostracizzata perché ingrassata. Accanto a lei Ambra Angiolini, Massimiliano Caiazzo, Fabio Volo, Marco Bonini, l’agente Moira Mazzantini. Giovanna, 49 anni, corpo tornato sottile e umore caricatissimo, film e teatro in programma, racconta il dolore che ha vissuto e la sua rinascita. 

Il corto rappresenta la sua rivincita contro chi l’aveva messa da parte a causa dei chili in più?
«No, non sono vendicativa. Volevo raccontare la mia storia che somiglia a quella di tante altre donne penalizzate perché non sono fisicamente perfette. Io, che ho quasi 50 anni, sono stata molto male. Ma per una ragazza questo tipo di pressione può essere devastante».

Perché ha deciso di dimagrire? 
«Perché purtroppo mi sono lasciata condizionare dal mio ambiente, dalla società. Stavo impazzendo. Così ho intrapreso un dimagrimento violento che ha avuto gravi conseguenze sulla salute. È stata una debolezza di cui mi pento. Alla fine ce l’hanno fatta a farmi perdere venti chili, ma a che prezzo...». 

Si aspettava che il cinema le voltasse le spalle? 
«Assolutamente no. Ero ingrassata anche per colpa mia, dopo la nascita dei gemelli mi sono lasciata andare e ho trascurato l’esercizio fisico. Ma sono stata presa di contropiede dall’atteggiamento del mio ambiente». 

Qualcuno le è stato vicino? 
«Nessuno, a parte i medici che mi hanno seguita. Nemmeno quell’attore che consideravo un fratello ma è sparito nel nulla quando il cinema ha iniziato a tagliarmi fuori e a ricamare leggende infondate su di me: è malata, non tornerà mai più in forma... perfino una cisti sull’occhio che ho mostrato in un programma tv è servita ad alimentare le cattiverie su di me». 

Non ha ricevuto supporto nemmeno dalle altre donne? 
«Vogliamo scherzare? Le donne sono state molto più crudeli degli uomini. La solidarietà femminile non esiste. È uno slogan di cui ci si riempie la bocca perché fa figo, si sbandiera perché richiama l’aria del tempo». 

Ma le donne non hanno fatto dei passi avanti per liberarsi dalle imposizioni della società?
«Non ancora. Sono le prime schiave della dittatura estetica che richiede la perfezione fino a 80 anni». 

Nel corto non fa nomi, perché? 
«Per ora non li ho fatti. Ma conosco uno per uno quelli che mi hanno derisa, discriminata, offesa. In futuro potrei cambiare idea... Devono sentirsi scomodi sulle loro sedie». 

I suoi figli hanno visto il corto? 
«Sì, gliel’ho mostrato anche perché sappiano che non devono azzardarsi a fare commenti sull’aspetto fisico delle ragazze. Adesso si preoccupano che io mi nutra. E se mangio, lo faccio anche per loro». 

Cosa le ha dato la forza di ricominciare? 
«Il mio spirito di resistenza che mi ha salvato in tutte le prove difficili della vita. Sono sempre andata avanti a testa alta, sono un’attrice generosa e ho portato a casa ottimi risultati. Non mi hanno fatto lavorare perché ero ingrassata? Peggio per loro». 

Perché nel corto ci sono momenti di ironia? 
«Anche nei momenti più duri non bisogna piangersi addosso». 

Ultimo aggiornamento: 24 Ottobre, 09:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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