Gianpaolo Bonzio
SUONI SPARSI di
Gianpaolo Bonzio

Led Zeppelin, il suono incendiario rivive nel celebre film-concerto del 1976 “The song remains the same”

Sabato 30 Marzo 2024
La locandina del film

Fa una certa impressione rivedere i Led Zeppelin sul palco. Un po’ per l’inevitabile raffronto con la musica che passa adesso, un po’ perché oggi si fa una certa fatica a capire cosa possa essere stata, effettivamente, la band inglese nel 1973. Ora la rimasterizzazione del celebre film-concerto del 1976 “The song remains the same” uscito a fine marzo dopo la supervisione degli stessi membri del gruppo, riporta lo spettatore dentro un contesto di energia creativa e di solido rock che se negli anni Settanta era quasi la normalità, ora diventa un’emozione profonda. 


Anche dal punto di vista tecnico, va detto, siamo in un mondo proprio lontano visti i mezzi a disposizione oggi. Le riprese inizialmente avviate da Joe Massot, infatti, si interruppero per l’esaurimento della pellicola e il lavoro fu poi terminato da Peter Clifton. Per arrivare a completare l’opera, poi, vennero inserite alcune scene con i singoli musicisti in azione in contesti assolutamente slegati dal film. Si vede, ad esempio, il cantante Robert Plant con gli immancabili riferimenti medievali tra spade e cavalli o il batterista John Bonham nelle vesti gangster. 


Ma torniamo alla straordinaria musica. Tutto nasce nelle tre notti di concerti della band inglese al Madison Square Garden di New York, dal 27 al 29 luglio 1973. Come spettatori americani il gruppo superò serenamente i Beatles e quegli anni rappresentano il massimo della creatività del rock prima dell’imminente arrivo del punk. Quindi, anche dal punto di vista storico, il valore del lavoro è davvero notevole. 


Per chi, come chi scrive, ha assimilato fino al più piccolo suono tutto il disco doppio omonimo, fa un certo effetto vedere Robert Plant e il chitarrista Jimmy Page in azione. Perché se è vero che quella musica è un terremoto incendiario tra rock e blues come pochi altri nella storia della musica, va evidenziato che i due leader sembrano sempre avere la situazione sotto controllo, con una determinazione davvero impressionante visto il tipo di concerto. Page e Plant, insomma, conducono il dirigibile con una padronanza scenica impressionante e non sembrano mai avere cedimenti o affanni. Anzi, la loro energia pare illimitata e anche quando scendono nei garage del Madison, per sparire dentro le autovetture nel cuore della notte newyorkese, appaiono quasi tranquilli.


Tra un’improvvisazione di doppia chitarra ed un canto inarrivabile che scuote gli spettatori sfilano i capolavori della band come la travolgente apertura di “Rock and Roll”, “Black Dog”, “Heartbraker”, “Whole Lotta Love” e l’ intramontabile “Stairway To Heaven” che da una melodia dal sapore folk inglese arriva poi ad incendiare gli animi. Consentendo alla chitarra di Page di entrare prepotentemente nella leggenda.

 

Ultimo aggiornamento: 18:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA