I Solesin tornano a Parigi Papà e fratello vanno in tv

Lunedì 14 Dicembre 2015
Di nuovo a Parigi. Sono passate due settimane dalle stragi e la famiglia Solesin è di nuovo là, dove Valeria ha perso la vita. Mamma Luciana, Dario, il fratello e una zia, sono volati ieri mattina nella capitale francese per partecipare oggi alla solenne commemorazione delle 129 vittime, che si terrà nel cortile del Les Invalides, a due passi dalla tomba di Napoleone.
L'invito ufficiale è stato rivolto alla famiglia dal consolato generale di Francia a Milano che ha organizzato il trasferimento a Parigi dei familiari della 28enne ricercatrice veneziana assassinata al Bataclan il 13 novembre scorso. Alla commemorazione non c'è papà Alberto, rimasto a Venezia dove ha ripreso il suo lavoro come direttore scolastico all'Istituto San Girolamo di Cannaregio. E non c'è nemmeno Andrea, il fidanzato di Valeria, rientrato ieri a Drò, nel suo paese d'origine. Il silenzio tanto atteso, quello auspicato non è dunque ancora arrivato. Conseguenza di un evento che ha ancora tanto da dire e da ricordare.
Alberto Solesin, intervistato martedì sera a Matrix, è tornato sulle scelte di Valeria, sulla Francia, sul perché se n'era voluta andare da casa e sul significato che ha voluto avere l'addio con rito civile in piazza San Marco. «Non ci aspettavamo quello che è successo a partire dall'inizio, da quella telefonata terribile di venerdì 13 novembre a tarda sera - ha detto - Quello che conta è che, poi, nostro malgrado siamo entrati in una dimensione che ci ha molto colpito. Quando ho parlato di Valeria davanti alla sua bara in piazza San Marco l'ho voluta raccontare sul piano pubblico, per quello che è stata la sua presenza a Parigi, il suo modo di vivere a Parigi, come i tanti ragazzi che, come lei, hanno scelto di vivere fuori dell'Italia. Qualcuno dice che c'è bisogno di trovare lavoro fuori dell'Italia, no, Valeria e tanti altri come lei non hanno fatto questa scelta perchè disoccupati, ma per la voglia di conoscere altro, altri paesi, altre persone. È una scelta di curiosità del mondo. Certo poi è possibile che un laureato in sociologia che poi sceglie di fare il demografo come mia figlia è più facile trovi da lavorare all'estero».
Ieri sera protagonista televisivo della vicenda, ma non di persona ma con una lettera, è stato invece il fratello di Valeria, Dario, la figura più struggente del dramma di Parigi. Una sua lettera in ricordo della sorella è stata letta nel corso del Maurizio Costanzo Show. Dario non parla di Vale al passato, ma al presente come se fosse ancora viva. «Valeria è mia sorella, una persona speciale. Lei ha tre anni in più di me e siamo cresciuti insieme». Dario si scioglie un pò con le parole, anche se scritte. «Valeria è la persona che stimo di più al mondo. Lei che ha amato lo studio fin da bambina. E da piccoli noi siamo stati complici e qualche scappellotto l'ho preso. Lei è il mio orgoglio». Ma c'è un passaggio chiave che racconta e conferma la tesi della morte fra le braccia del fidanzato. «Quella notte poi Andrea ci ha chiamato. Era con Valeria. Era disperato. Io e la mia famiglia non ci volevamo credere. Non ci vogliamo credere».
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