Brugnaro, ultimatum all'Unesco «Voglio capire cosa fa per la città, altrimenti posso anche uscire»

Mercoledì 14 Ottobre 2015
Avvio col botto per la settimana degli ispettori Unesco in visita alla città, con lo scopo di verificare la posizione di Venezia e della laguna tra i siti "patrimonio dell'umanità" di cui l'Italia è il primo depositario del pianeta.
Anche in questo caso il sindaco Luigi Brugnaro è andato subito al sodo, chiedendo che cosa l'Unesco può fare per Venezia.
«A cosa serve concretamente l'Unesco a Venezia? - ha chiesto in avvio di riunione - Se non può fare nulla per Venezia allora posso anche togliermi dalla lista».
La risposta sembra essere stata lapidaria: «Soldi non ne abbiamo, ma facciamo già da intermediari con i Comitati privati per la salvaguardia di Venezia».
Non ci sono costi particolari per far parte della "lista" da parte del Comune, se si escludono le utenze della sede e l'aggiornamento del Piano di gestione del sito (l'ultimo, disposto nel 2008 e presentato nel 2013, è costato attorno ai 10mila euro). L'Unesco, invece, per la sua opera di supervisione dei restauri fatti dai comitati privati si prende una commissione dei 5 per cento su ogni progetto di restauro.
Ai tre esperti (un membro dell'Icomos, uno del segretariato della convenzione di Ramsar e uno del World heritage)è stato consegnato un dossier con le principali emergenze della città. Oltre al sindaco di venezia erano presenti i primi cittadini delle altre città che si affacciano sulla laguna, nonché l'ex Magistrato alle Acque, la Soprintendenza, la Curia patriarcale.
Il compito degli ispettori è verificare la situazione della città e capire che cosa si sta facendo per porre rimedio ai problemi di degrado e di conservazione non solo dei monumenti ma anche della laguna. Per questo giovedì è prevista una visita alle dighe del Mose, ma sono previsti vari giri in laguna e per la città.
Sul piatto c'è anche la questione della presunta intenzione dell'Unesco di abbandonare la sede di palazzo Zorzi dopo che il Governo lo scorso anno ha tagliato lo stanziamento per l'Unesco del 50 per cento. L'ufficio ha competenza sul bacino del Mediterraneo e più volte si è parlato di un possibile accasamento in qualche Paese dell'Est europeo.
«Al momento ascoltiamo - affermano gli esperti - e non possiamo dire nulla».
Il provveditore delle Opere pubbliche Roberto Daniele ha convenuto sul fatto che non esistono più i finanziamenti di legge speciale (sui quali poteva contare anche il suo ufficio per le opere di salvaguardia) ma che sono arrivati molti soldi per la costruzione del Mose.
Il sindaco di Chioggia Giuseppe Casson ha posto l'accento - come ha fatto su queste pagine qualche giorno fa - sulla Legge speciale e la necessità di fondi stabili per la salvaguardia di Venezia e di Chioggia oltre che della laguna.
«Sarebbe ora che esortassero lo Stato - ha detto Casson - a fare il suo dovere e a rispettare le sue leggi. Mi riferisco alla Legge speciale, che non è stata abrogata, e alla questione delle grandi navi».
Per la Curia don Gianmatteo Caputo non ha potuto che ricordare le difficoltà nella manutenzione anche ordinaria dell'immenso patrimonio rappresentato dalle chiese e dai beni in esse custoditi.
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