Addio al "maestro" ironico e buono

Sabato 31 Gennaio 2015
UDINE - (A.P.) A salutare l'architetto e designer Ferruccio Montanari sono in tanti: la figlia Antonia, i familiari, gli amici, i colleghi. I più giovani lo chiamano «il Maestro». Ma una cosa è palese: sono lì non solo per stima professionale, ma anche per affetto: «Ricordo il suo sguardo ironico e buono, la sua creatività e la generosità nei rapporti - ha ricordato il cugino, durante la cerimonia alla parrocchia di San Quirino -: era impossibile non amarlo. E mi piace pensare che stanotte la terra abbia avuto un sussulto per questo abbandono».
La chiesa è gremita: l'amico Francesco Messina (grafico) e la compagna Alice, Patrizia Moroso, l'architetto Tenca Montini, Olimpia Leopardi, l'editore Luca Sossella. Tante persone venute a salutare lui, emblema di quando il talento si accompagna all'umanità: «Salutiamo un artista che ha onorato la città - ha detto il parroco, don Claudio Como -. Gli artisti rendono bello questo mondo involgarito e piatto: Dostoevskij disse che la bellezza salverà il mondo e noi speriamo avesse ragione. Ma siamo qui a ricordare anche le virtù umane di Ferruccio: la gentilezza, la nobiltà, la modestia, la passione per le cose belle e quella politica; lo ringraziamo per queste cose, che oggi sembrano perdute. Chissà cosa ha disegnato durante la malattia: avrà trovato il bello anche lì e sono sicuro che il Signore gli farà fare un disegno pubblicitario del Paradiso».
Anche Sossella, amico da 30 anni, ha voluto ricordarlo: «Prima della sua professionalità - ha detto commosso -, chi l'ha conosciuto ha visto la sua bontà. Mi ha insegnato che il compito del progettista è dare senso all'indefinito. Amava ripetere che chi ha imparato a morire, ha disimparato a servire. Il mondo è più brutto senza di te, Ferruccio. Vai, ma resta».(((pilottoa)))