CONEGLIANO - Assediati da vigneti di Prosecco Docg e fitofarmaci, inascoltati da

Lunedì 31 Marzo 2014
CONEGLIANO - Assediati da vigneti di Prosecco Docg e fitofarmaci, inascoltati da Comune e Procura a cui si sono già rivolti, con l'incubo di nuovi trattamenti stagionali che cominceranno fra pochi giorni, scrivono al vescovo Corrado Pizziolo chiedendogli di intercedere per sanare una situazione ormai insostenibile.
Fabio Padovan, Sandra Scopel e i loro tre bambini abitano a Collalbrigo, immersi nella natura. In una natura tossica però.
«Siamo disperati -scrivono nella missiva indirizzata alla Curia Vescovile di Vittorio Veneto- sia come genitori che come cittadini. Tra pochi giorni inizieranno i trattamenti con i fitofarmaci nelle nostre terre. Noi abbiamo la sfortuna di vivere proprio in mezzo ai vigneti, tutti Prosecco Docg e facciamo parte di un Comitato che da alcuni anni cerca di convincere i viticoltori ad adottare metodologie rispettose dell'ambiente e della salute. Ci siamo rivolti anche a sindaci e amministratori. Tutto inutile: con vari espedienti i viticoltori continuano a usare pericolosissimi pesticidi, classificati come molto tossici».
La famiglia scende nel dettaglio: «Eccellenza, pensi che sulle istruzioni dei sacchi che contengono questi fitofarmaci viene imposto agli operai di non entrare nei campi trattati per almeno 5 giorni. E noi che invece abitiamo a ridosso, dobbiamo vivere con l'incubo che i nostri tre bambini di 7, 9 e 12 anni giochino sul cortile dove è appena piovuta la nube sparata dal viticoltore. Lo scorso anno abbiamo fatto analizzare i nostri ortaggi e il laboratorio ha riscontrato residui di pericolosi fitofarmaci come i temutissimi Cloropyrifos, Mancozeb, Metalaxil e altri. Dovevamo buttare via tutto perché, soprattutto il Cloropyrifos, ha effetti devastanti come interferente endocrino, proprio sui bambini. Allora abbiamo fatto una denuncia alla Procura della Repubblica di Treviso, ma proprio in questi giorni la Procura ha chiesto l'archiviazione perché i responsabili sarebbero ignoti. Ma non le conseguenze, che sono invece ben note. Fra poco ricomincerà il nostro incubo. Lo scorso anno quasi ogni giorno dovevamo chiudere in gran fretta le finestre e talvolta partircene in auto fino alla sera. Ma così non si può vivere».
Infine l'appello: «Per amor di Dio, le chiediamo a cuore aperto: faccia qualcosa lei, perché non sappiamo più a chi rivolgere la nostra supplica. Sarebbe un fortissimo esempio. Le siamo grati per quanto potrà fare».