Tribunalone appeso a un filo Si chiede consulto al Ministero

Mercoledì 17 Settembre 2014
Tribunalone appeso a un filo Si chiede consulto al Ministero
(M.Luc.) È nelle mani del ministero dell'Economia e delle Finanze il futuro del Tribunalone di Rovigo. Il commissario di Palazzo Nodari Claudio Ventrice si dice «pronto a traslocare gli uffici giudiziari nella nuova sede» appena il Mef gli avrà risposto in merito alla questione che rischia di far saltare l'accordo con i privati che hanno acquistato l'ex Ufficio del Registro. Nel frattempo sono anche stati interpellati sia l'avvocatura civica che il presidente dell'Ordine degli avvocati di Rovigo Massimo Ubertone.
In che cosa consiste il problema? A mettersi di traverso è stato il Governo Renzi che, con decreto, ha imposto alle pubbliche amministrazioni di rivedere al ribasso i contratti di locazione. Un meno 15 per cento che pesa come un macigno sul documento siglato dall'ex sindaco Bruno Piva dopo un'estenuante trattativa con i privati. Un problema di cui si vociferava da un pezzo e di cui ne ha dato ufficialità la presidente del Tribunale Adalgisa Fraccon.
«Ho posto il quesito al Mef (Ministero dell'Economia e delle finanze, ndr) - spiega Ventrice - in ordine alla questione della riduzione del 15 per cento. Sto attendendo a giorni la risposta: quando arriverà saremo anche pronti a traslocare. Nel frattempo ho già chiesto un parere sia all'Avvocatura civica che all'avvocato Ubertone e non dovrebbero esserci problemi».
Tutti sulla faccenda incrociano le dita, perché se l'accordo andasse a monte, la situazione si farebbe decisamente complicata. Si dovrebbe, infatti, riaprire tutto l'iter per l'individuazione del nuovo spazio necessario ad ospitare gli uffici giudiziari. E già alla fine dell'anno scorso non vi era alcun piano alternativo all'ex ufficio del Registro che è stato acquistato da una società bolognese e locato al Comune di Rovigo con un contratto di affitto di sei anni, rinnovabili per altri sei, dietro corresponsione di un canone di 90 mila euro annui.
Sulla questione intervengono i due avvocati ex consiglieri comunale che hanno decretato la caduta di Piva, Aldo Guarnieri e Michele Brusaferro: «Chi provoca inerzia non può lamentarsi dell'inerzia e dei ritardi. La politica e l'Amministrazione comunale non hanno saputo dare una risposta, né strutturale né provvisoria, dando prova di assoluta inadeguatezza».
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