Friulano e italiano, stessi diritti

Sabato 18 Aprile 2015
TRIESTE - Missione dichiarata: permettere veramente ai 600mila cittadini che parlano il friulano di esercitare a pieno il proprio diritto di espressione in "lingua mamma" nella vita sociale come nelle relazioni con gli enti pubblici, senza essere costretti a ricorrere ad un altro idioma, segnatamente quello di Dante.
Ma come passare dai tanti nobili intenti ai risultati effettivi? Con un piano linguistico triennale della Regione, che servendosi largamente del braccio operativo dell'Arlef (l'Agenzia per la marilenghe), mette in campo sportelli sanitari, risorse umane specializzate per ciascuna Direzione centrale, traduzioni a manetta. Occorre che tutto sia fruibile in friulano tanto quanto in italiano, a cominciare dalle leggi regionali.
Atti pubblici. Il piano, approvato ieri dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore Gianni Torrenti, prescrive in particolare che l'uso della lingua friulana sia sempre possibile nei rapporti con i cittadini, sia mediante la traduzione in italiano delle istanze presentate in friulano, che - se richiesto - mediante la traduzione degli atti finali del procedimento in friulano. «Quando un'istanza è avviata in lingua friulana - spiega Torrenti - la risposta viene fornita in tale lingua, fermo restando che in nessun caso l'uso della lingua friulana nei procedimenti amministrativi può comportare l'aggravio o il rallentamento degli iter».
L'area di applicazione. I nuovi diritti sanciti dal piano sono applicabili nelle vaste aree del Fvg catalogati per legge (nazionale e regionale) come friulanofoni: si tratta di 176 comuni (nelle province di Udine, Pordenone e Gorizia) sui 217 complessivi. E fra tali diritti campeggiano anche la comunicazione istituzionale e la pubblicità degli atti anche in friulano.
Cartelli. Un capitolo specifico riguarda la cartellonistica bilingue, da diffondere in modalità capillare non soltanto sulla rete gestita da Fvg Strade (e sui brevi tratti che restano di competenza dell'Anas), ma anche negli uffici pubblici di competenza regionale.
Le tappe. La possibilità di "dialogare" in lingua friulana con la Regione dovrà essere realizzata al 100% entro il triennio del piano, ma già entro un anno si dovrà conseguire il 33% del risultato atteso.
Quanto a Sanità ed Enti locali nelle zone friulanofone, la Regione condiziona i propri trasferimenti di risorse all'adozione, entro un anno, di piani che prevedano l'apertura di sportelli di friulano da attuare - quanto ai Comuni - anche in forma associativa, in vista della nascita delle Unioni.
La scuola. Cruciale è ricondurre il friulano fra i più giovani, visto che a parlarlo oggi come oggi è soprattutto chi abbia un'età di oltre 40 anni. Un'operazione che riscuote un importante successo. Nelle scuole proseguirà il finanziamento, su base oraria, degli istituti che promuovano l'insegnamento del friulano "pescando" dall'albo degli insegnanti accreditati. Per ora l'insegnamento continuativo non riguarda le superiori, dove però si ragiona a progetto.
L'adesione. Nelle aree friulane, il 65% dei bambini delle scuole dell'infanzia e delle elementari studia anche il friulano come materia facoltativa. In tutto, gli alunni che hanno scelto il friulano sono 32.521 su un totale di 50.255 iscritti nelle scuole delle aree interessate.

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