Friulano blindato fino al 2018 ma ora il Governo deve dire sì

Mercoledì 5 Agosto 2015
UDINE - «L'impegno dei senatori friulani e sardi del Pd ha ottenuto l'inserimento del friulano e del sardo nel contratto di servizio pubblico 2013-2015 per la Rai. Ora c'è l'impegno affinché tale presenza sia garantita e confermata nel prossimo contratto fino al 2018».
Il senatore friulano dei Democratici Carlo Pegorer, che ieri ha firmato una nota congiuntamente al collega sardo Silvio Lai, risponde con «i fatti» alle prese di posizione dell'Assemblea della comunità linguistica friulana che con il suo presidente Diego Navarria ha bollato come «inaccettabile» l'esclusione del friulano nell'elenco delle lingue minoritarie citate nella legge di riforma della Rai approvata dal Senato. Difendendo quindi il lavoro condotto su «obiettivi concreti e perseguibili piuttosto che presentare emendamenti velleitari, come quelli sulla riforma Rai, che non avevano alcuna possibilità di essere accolti perché, fra l'altro, privi di copertura finanziaria», Pegorer insiste nel ricordare che «tedesco e ladino, francese e sloveno sono tutelate da trattati internazionali». Perciò «la battaglia va fatta per un nuovo rapporto tra Stato e Regioni interessate» e in sede Parlamentare bisogna «recepire una norma madre, che è la Carta europea delle lingue minoritarie».
Il presidente Navarria però non demorde. «C'è un equivoco - dice -, poiché l'articolo 6 della Costituzione non fa differenza fra minoranze». Quanto alle copertura finanziaria, «l'invito è al Governo a mettersi una mano sulla coscienza, se vuole garantire la pari dignità, e ai nostri parlamentari perché spingano in tal senso».
Antonella Lanfrit
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