Assunti stabili, record d'Italia

Martedì 13 Ottobre 2015
TRIESTE - Campione d'Italia: il Friuli Venezia Giulia è al vertice nazionale per assunzioni stabili nei primi 8 mesi dell'anno dopo l'introduzione degli stravi contributivi da parte del Governo. Se a livello Italia l'incremento risulta del 34,6% con 318mila nuovi assunti a tempo indeterminato, fra nuovi rapporti di lavoro e trasformazioni di contratti a termine, in Fvg l'aumento raggiunge un valore più che doppio: l'84,5% con 17.846 assunti in più. Tutto questo a dispetto di un dato apparentemente contraddittorio, ossia la persistenza di un significativo tasso di disoccupazione regionale che viaggia ancora sopra quota 8%. Non è un caso che permanga negativo, sia pure attenuato, il saldo fra assunzioni e cessazioni, pari a meno 540 unità come sottolinea il ricercatore Ires Alessandro Russo, che ha elaborato le cifre.
Scacco a Nordest. La regione distacca vistosamente anche il Trentino Alto Adige (aumenta le assunzioni del 50,5%) e il Veneto (46,3%). Indietro - si fa per dire - la Lombardia con il 39,3% in più. Al secondo posto assoluto si trova l'Umbria, con più 61,6%, terze le Marche con più 53,1%.
Debora sorride. «È un obiettivo forte della Giunta Regionale, e i dati dell'Inps dimostrano che siamo sulla strada giusta», è il commento ai nuovi dati Inps della presidente Fvg, Debora Serracchiani. «Nei prossimi mesi - ha aggiunto - intendiamo proseguire in tal senso, sviluppando politiche in forte sinergia con le scelte nazionali per mantenere e rafforzare l'andamento positivo».
Il balzo del buono. Quella delle assunzioni non è l'unica notizia importante della giornata: un balzo del 40% nel giro di appena sei mesi, la prima metà del 2015, è la performance dei buoni-lavoro (o voucher) nella regione, dove da gennaio a giugno ne sono stati venduti 2,4 milioni. Da gennaio ad agosto il dato è appena inferiore: 3,3 milioni di voucher (più 39,4%). Lo sottolinea l'Ires Fvg, che ha elaborato i dati forniti ieri dall'Inps. L'evoluzione di questo strumento "atipico", che garantisce occupazione occasionale retribuita a base oraria con fiscalità e contribuzione previdenziale (su 10 euro pagati dal datore di lavoro le trattenute sono di circa 2,5 euro), ha segnato la vendita di 3,8 buoni nel corso del 2014 (rispetto ai 250mila del 2009). Una tendenza diffusa sull'intero territorio nazionale: dai 2,7 milioni del 2009 si è passati a oltre 69 milioni nel 2014 (oltre il 60% nelle regioni del Nord).
Commercio & turismo. Anche in Friuli Venezia Giulia si riscontra la conferma che l'agricoltura, all'inizio (2008) il settore esclusivo di applicazione di questa particolare formula, gioca attualmente un ruolo quasi residuale. In Italia, del resto, la parte del leone compete al commercio, ai servizi e al turismo rispettivamente con il 18%, il 13,7% e il 13% dei buoni venduti. In Fvg, invece, rispettivamente 17,4%, 11,1% e 13,3%.
Sistema nordista. Il ricorso al voucher è una caratteristica spiccata delle regioni settentrionali del Paese: l'Inps segnala, infatti, che la Lombardia, con un aumento dell'85,6%, risulta quella che detiene il primato assoluto di vendite seguita dal Veneto con un incremento del 64,6%. Il Nord nel suo complesso totalizza 82 milioni di voucher, ossia il 38,7% del dato complessivo nazionale. Ma il Friuli Venezia Giulia può vantare il primato del rapporto fra popolazione e buoni venduti: la sua "quota" è pari al 5% del dato nazionale.
Tutti dal tabaccaio. Lo sviluppo "virale" dei buoni-lavoro è stato senz'altro favorito dalla moltiplicazione delle possibilità di acquisto: sette anni or sono, all'avvio, il voucher era acquistabile soltanto all'Inps o per via telematica. Ora è acquistabile anche negli uffici postali, agli sportelli delle Banche popolari e dal tabaccaio. Quest'ultima categoria, anzi, in Fvg appare in assoluto la più gettonata (64,8 delle vendite), seguita a larga distanza dall'Inps (13,3%) e dalle Poste (11,2%).
Quasi 50mila al lavoro. Russo osserva che «nel 2014 (il dato 2015 non è ancora disponibile) il lavoro accessorio ha riguardato oltre 46.600 persone in Friuli Venezia Giulia e più di un milione in tutta Italia, numeri che confermano la notevole portata del fenomeno». Nell'ambito regionale «si tratta in gran parte di giovani (la metà hanno meno di 35 anni) e donne (sono il 55%)». La quota di donne pagate con questi buoni si rivela la più alta del Paese dopo la Valle d'Aosta». La media italiana è stata pari al 51%.

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