Zip, ipotesi rogo doloso rischio danni ambientali

Giovedì 28 Agosto 2014
La Procura della Repubblica ha aperto un'inchiesta sull'impressionante rogo che ha distrutto martedì pomeriggio il capannone di 2500 metri quadrati in viale dell'Industria. Il sostituto procuratore Francesco Tonon ipotizza per ora il reato di incendio doloso a carico di ignoti. L'intera area è stata posta sotto sequestro, in attesa degli accertamenti di prassi. Oggi stesso i tecnici del terzo gruppo della polizia giudiziaria della Procura, guidati dall'ispettore Omero Negrisolo, compieranno un sopralluogo sul posto, assieme ai colleghi dei vigili del fuoco e dell'Arpav. È necessario riuscire a stabilire in tempi brevi, ancora prima di ricostruire le cause dell'incendio, se vi sia stato un danno di natura ambientale e se vi siano ancora rischi per la popolazione e per chi lavora nei dintorni del capannone. Il summit odierno dovrà quindi chiarire questo delicato aspetto.
L'Arpav ha escluso categoricamente rischi di inquinamento dopo aver misurato la qualità dell'aria davanti al capannone, e nelle possibili zone di ricaduta dei fumi, in direzione di San Lazzaro. È stata riscontrata la presenza in atmosfera di monossido di carbonio, acido solfidrico, anidride solforosa e sostanze organiche volatili in valori al di sotto del limite di rilevabilità. Anche le misurazioni di acido cianidrico e degli altri acidi inorganici hanno prodotto dati rassicuranti. L'unico valore al di sopra della norma è quello del benzene: nel campione d'aria prelevato in via Seconda Strada è stata misurata una concentrazione pari a 107 microgrammi per metro cubo (le medie in ambienti esterni si aggirano sui 5 microgrammi per metro cubo). Secondo i tecnici Arpav si tratta di valori riconducibili alla particolare tipologia dell'evento. Alla task force incaricata dalla Procura spetta ora il compito di valutare attentamente tutte le campionature e le analisi di laboratorio effettuate dagli esperti dell'Agenzia regionale per l'ambiente.
Sul tavolo del sostituto Tonon è pervenuta finora soltanto una prima annotazione di polizia giudiziaria. Il magistrato attende il rapporto completo dei vigili del fuoco per capire cosa sia effettivamente avvenuto all'interno del capannone. Stando alle prime indicazioni sembra prevalere la matrice colposa. Una scintilla o un corto circuito all'impianto elettrico di un automezzo posteggiato. Questa l'ipotesi al momento più probabile. L'attenzione degli inquirenti sembra quindi rivolta alla porzione di capannone occupata dalla ditta nigeriana, specializzata nello smontaggio e nel recupero di vetture dismesse da trasferire poi in patria. È da una delle macchine in lavorazione che sarebbe scaturito il rovinoso incendio. Dell'officina e degli uffici non si è salvato praticamente nulla. Il danno è incalcolabile. Al termine degli accertamenti il capannone dovrà essere necessariamente abbattuto.

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