Rette scolastiche non pagate, bambina esclusa dalla gita

Venerdì 25 Aprile 2014
«Non paghi le rette? E tua figlia non va in gita a Venezia». È successo ieri mattina alla scuola "The English International School of Padua" di via Forcellini. Una madre ha accompagnato regolarmente la bambina a scuola con tanto di panino dentro lo zainetto, convinta che poco dopo sarebbe partita con i compagni di quinta elementare per Venezia. Dopo un'ora ha però ricevuto una telefonata dalla scuola nella quale le è stato detto che a causa della morosità nelle rette mensili, sua figlia sarebbe rimasta in aula mentre gli altri alunni andavano in gita. Della telefonata lo avrebbe saputo anche la piccola. Di fronte a questa situazione, la mamma ha garantito che in giornata avrebbe saldato il debito chiedendo aiuto ad un parente spiegando che a tutti i costi non voleva che sua figlia subisse quella che per lei era un'umiliazione. Alla fine la bambina è stata aggregata alla scolaresca ed è salita sul pullman direzione laguna, ma il comportamento della scuola non è piaciuto alla mamma. È giusto sottolineare che per dieci mesi di scuola, una famiglia con un figlio alle scuole elementari paga 6.426 euro, dunque 642,60 euro di retta al mese.
«Sono una donna separata - ha spiegato la mamma - e in questo momento fatico a pagare quanto dovuto. Devo fare i salti mortali per far quadrare i conti. Un debito, giustamente, deve essere onorato, ma non accetto che la scuola abbia fatto ricadere sulla mia bambina colpe non sue. Un comportamento di questo tipo non è educativo e può arrecare danni psichici ad una minore».
Lo sfogo della mamma - che ha ammesso di essere indietro di alcune rate per un complessivo di 4.140 euro - va avanti: «Ieri mattina più di un alunno si è trovato nella situazione di mia figlia. Ho saputo però che quelli che hanno già confermato l'iscrizione anche per il prossimo anno in prima media, sono partiti senza che le mamme ricevessero l'umiliazione che ho patito io. Avendo deciso di farle fare le scuole medie statali e non private in via Forcellini, quello che ho subito lo vivo come un assurdo accanimento che ha sconvolto la mia bambina e me. Avrei preferito che la dirigenza mi avesse avviato una pratica di ingiunzione di pagamento. Sarebbe stata più corretta e avrebbe tenuto lontano da questa vicenda mia figlia, che è soltanto una vittima. Penso - ha concluso - che una scuola, oltre a formare professionalmente e culturalmente, dovrebbe dare un'immagine etica migliore di quella che mi ha visto parte in causa».
La mamma ieri pomeriggio, dopo essersi consultata con un legale, si è recata in caserma dai carabinieri per segnalare quanto accaduto. La vicenda, a quanto pare, è tutt'altro che chiusa. La mamma si è sentita discriminata e oggetto di un ricatto che non ha gradito.
E la "The English International School of Padua" cosa ha risposto a fronte di queste lamentele di un genitore? I responsabili hanno preferito non replicare.