Rapine e furti: nel 2014 oltre 4 mila procedimenti

Domenica 25 Gennaio 2015
Furti e rapine continuano a farla da padroni ma anche i reati in materia tributaria e contro la pubblica amministrazione si segnalano in costante aumento. Calano per contro i fallimenti a tutto vantaggio delle procedure concorsuali e procede, seppure a tappe forzate, lo smaltimento dell'arretrato. Queste le linee di tendenza della macchina della giustizia padovana, fotografate nella relazione della Corte d'Appello di Venezia, in occasione dell'inaugurazione dell'Anno giudiziario. È una delinquenza quasi completamente di marca straniera quella che compie la stragrande maggioranza dei reati. Tra le emergenze il Procuratore della Repubblica Matteo Stuccilli evidenzia in particolare la criminalità di marca albanese, dotata con grande capacità organizzativa e adattabilità ai mutamenti delle condizioni socio economiche del territorio, quella gestita dai cinesi, in possesso di risorse finanziarie e logistiche e assolutamente impermeabile alle attività investigative, e quella nigeriana dedita, quasi in regime monopolistico, al traffico di cocaina che percorre rotte internazionali. È invece una vera e propria escalation che le forze dell'ordine segnalano con crescente preoccupazione quella delle bande moldave e romene specializzate nei reati contro il patrimonio. Furti, scippi e rapine hanno registrato un aumento del 28% nell'ultimo anno. I procedimenti per furto hanno superato per il secondo anno consecutivo quota 4000 (4.139, in lieve calo rispetto ai 4.501 del 2013) ma è il numero delle rapine a destare maggiore impressione: 480 lo scorso anno, con un sensibile aumento rispetto alle 398 dei dodici mesi precedenti. Con una delinquenza ormai abituata ad agire principalmente per strada: il 52% delle rapine avviene in questo contesto.
Nonostante il calo complessivo (709 fascicoli aperti, contro i 902 del 2013) gli illeciti nella pubblica amministrazione segnalano una pericolosa inversione di tendenza: le corruzioni sono passate da 0 a 16, le concussioni da 2 a 8, mentre i casi di peculato sono più che raddoppiati (dai 30 del 2013 si è passati ai 79 dell'ultimo anno). Diretta conseguenza di un'interminabile crisi economica sono invece i procedimenti per reati tributari: nell'ultimo biennio sono cresciuti del 50%, attestandosi a quota 965 nel 2014. Resta altissimo il numero dei fallimenti: cinque sentenze in più rispetto al record del 2013, che si era chiuso con 306 cessazioni di attività. Numeri che avrebbero potuto assumere dimensioni intollerabili se non se fosse gradualmente aumentato il ricorso alle procedure concorsuali, gradite allo stuolo di creditori. Nell'arco degli ultimi dodici mesi ne sono state avviate 90, con un incremento percentuale del 166%. A completare un quadro economico in piena recessione figurano i decreti ingiuntivi (6.141 nell'ultimo anno, a fronte dei 5.723 del periodo precedente) e gli sfratti eseguiti dagli ufficiali giudiziari (426 complessivi, contro i 338 dei dodici mesi precedenti).
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