Nuova accusa all'avvocatessa: preparava documenti fittizi

Mercoledì 4 Marzo 2015
(L.I.) Si aggrava la posizione dell'avvocatessa Sara Soliman, 37 anni, accusata di aver guidato la cricca dei permessi di soggiorno assieme al suo braccio destro, l'impiegata Patrizia Grappiglia, di 45 anni. Davanti al giudice dell'udienza preliminare Domenica Gambardella il pubblico ministero Sergio Dini ha mosso una nuova contestazione alla professionista, finita agli arresti domiciliari nel febbraio di un anno fa per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. L'avvocatessa Soliman, difesa dall'avvocato Stefano Sartori, dovrà rispondere anche di falso materiale. Redigendo atti palesemente falsi avrebbe in sostanza indotto in errore gli organi amministrativi di questura e prefettura che hanno rilasciato permessi di soggiorno in assenza dei presupposti indicati dalla legge. La difesa della professionista ha chiesto i termini a difesa. E il giudice ha rinviato l'udienza al 20 marzo. Con tutta probabilità sia Sara Soliman che Patrizia Grappiglia, difesa dagli avvocati Gianni Morrone e Luana Francescon, chiederanno di essere giudicate con il rito abbreviato. Secondo l'accusa l'avvocatessa, nel frattempo sospesa dall'Ordine, e l'impiegata gestivano dallo studio di via Altichieri da Zevio, in città, un business da centinaia di migliaia di euro, regolarizzando decine e decine di clandestini con documenti redatti su falsi presupposti. Sono oltre centocinquanta gli immigrati identificati dalla Squadra mobile tra i beneficiari delle emersioni truffaldine. Ma il giro d'affari era almeno il triplo.

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