«Lui mi ha stuprata davanti a nostro figlio»

Venerdì 22 Agosto 2014
Roberta incontra il marito durante un viaggio in Egitto. Dopo alcuni mesi la coppia decide di sposarsi. Per questo Roberta, padovana, lascia il suo lavoro decidendo di investire nella famiglia. Insieme al marito egiziano apre una agenzia di viaggi che viene intestata a lui, nonostante il capitale investito sia costituito da tutti i risparmi di Roberta. La relazione inizia ad incrinarsi durante la gravidanza quando l'uomo progressivamente si disinteressa a lei e inizia a reagire in modo aggressivo finchè non cominciano le minacce, i ceffoni, fino alla violenza sessuale.
È questa una delle tante, drammatiche storie raccolte dal "Centro Vento Progetti Donna - Auser" con sede a Padova, in via Tripoli.
Roberta viene ripetutamente stuprata davanti al figlio di tre anni. Nel frattempo la donna, tornata a Padova, chiede aiuto per sè e per il bambino, che viene preso in carico dal servizio di Neuropsichiatria infantile, mentre lei inizia un percorso di sostegno psicologico: ha paura che il marito possa in ogni momento raggiungerla e farle di nuovo del male. Roberta prova rabbia per una giustizia che non sembra dare voce al suo dolore: «Mi sento come se fossero dalla sua parte - dice - Come se per loro la cosa non avesse importanza, mentre a me e a mio figlio ha distrutto la vita». I timori di Roberta si concretizzeranno qualche mese più tardi, quando il marito la chiamerà dall'Egitto minacciandola di bruciarle il viso con l'acido e telefonando anche ai suoi familiari per intimidirli. Roberta denuncia tutto, mentre il suo avvocato richiede misure di protezione per lei e per il bimbo.
Parte proprio dal "Centro Veneto Progetti Donna" l'Sos: attenzione, la violenza non va in vacanza. «Titolo di un film, slogan di una campagna pubblicitaria? Potrebbe essere. Invece al Centro - dicono i responsabili - è un'amara constatazione». Infatti, alla riapertura degli uffici dopo una settimana di riposo ferragostano (ma il numero verde, 800.814.681 è rimasto sempre attivo) «abbiamo fatto alcuni conti: nelle prime due settimane di agosto ci hanno chiesto aiuto 30 donne. In questo mese così importante perché è entrata in vigore la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, purtroppo l'aggressività non si è fermata. La Convenzione condanna la violenza contro le donne come grave violazione dei diritti umani».
Oggi queste disposizioni sono legge, che rende ancora più forte il grido di aiuto delle 541 donne che dall'inizio dell'anno si sono rivolte al Centro (in tutto il 2013 sono state 720) e ricorda a tutti, dal cittadino al politico, «la responsabilità di farsi carico di questo esteso sopruso nonché di offrire risposte concrete, con gli strumenti che ad ognuno competono: dalla solidarietà ai finanziamenti, dalla programmazione di azioni di sensibilizzazione fino all'educazione. La violenza sulle donne forse non andrà mai in vacanza, ma nemmeno la nostra tenacia a volerla combattere», dicono in questo laborioso Centro organizzato come un'associazione di volontariato nata nel 1990, a Padova per iniziativa di un gruppo di signore desiderose di dare una risposta fattiva alle numerose richieste di aiuto provenienti dal variegato mondo femminile.(((cappellatof)))

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