La banda del manager: sparatorie e sequestri

Giovedì 30 Ottobre 2014
Quattro persone, di cui due ritenute dagli inquirenti probabili appartenenti all'ex Mala del Brenta, sono state arrestate a conclusione di un'indagine dei carabinieri di Vicenza su rapine ad orafi e furgoni portavalori, compiute nell'arco di un anno e mezzo tra le province di Vicenza, Padova e Venezia. Gli uomini dell'Arma hanno così azzerato un pericoloso gruppo criminale che si è reso responsabile di assalti cruenti, con l'utilizzo di armi anche da guerra ed esplosivo. E durante i quali, in diverse occasioni, non hanno avuto remore nello sparare (come nel caso dell'assalto ad un portavalori a Veggiano in cui rimase ferita una guardia giurata), nel picchiare un imprenditore orafo bassanese e nel sequestrare, per guadagnarsi l'uscita, una commessa di un negozio del Basso Vicentino.
Un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, riguardante un ingente colpo (1 milione e 300 mila euro) al laboratorio orafo "Giante" di Bassano del Grappa, risalente al 14 marzo 2013, è scattata nei confronti di Cristian Baldan, 43 anni, nato a Padova e residente a Fiesso d'Artico (Venezia), l'unico del quartetto che si trovava agli arresti domiciliari e per il quale si sono aperte le porte del carcere di Venezia. Nello stesso penitenziario si trovava già rinchiuso Simone Rampin, 39 anni, nato a Piove di Sacco e residente a Fossò (Ve), mentre nel carcere di Padova erano già detenuti i due possibili appartenenti all'ex Mala del Brenta, Massimo Nalesso, 59 anni, nato e residente a Fiesso d'Artico e Moreno Monetti, 56 anni, nato a Vigonovo (Ve) e residente a Dolo, sempre nel Veneziano.
Gli inquirenti ritengono che i quattro possono essere anche gli artefici, oltre che di due assalti a portavalori nel Padovano e di una rapina al casinò di Venezia, anche ad altri tre colpi (uno non andato a segno) a laboratori orafi nel Vicentino: il primo avvenuto il 6 febbraio 2012 a Bressanvido ai danni della Legor Group (bottino 200 mila euro), dove poi ritentarono un altro assalto il 28 marzo dell'anno successivo, non andato a segno. Gli stessi rapinatori sono indiziati anche per un'altra rapina avvenuta nel tardo pomeriggio del 14 marzo 2013, quando dalla ditta Luxo (Gruppo Zancan) a Ponte di Nanto, riuscirono a fuggire con l'ingente bottino di 1 milione di euro: fu in quella occasione che per coprirsi la fuga sequestrarono per pochi minuti una delle commesse del negozio, poi lasciata libera al momento di salire in auto e fuggire.
Un fondamentale risultato alla cattura della banda lo si deve ai carabinieri di Bassano del Grappa che risalendo ad un fotogramma ricavato dal filmato della videosorveglianza del laboratorio Giante riuscirono ad individuare un particolare di un'Audi A6 SW, poi rinvenuta in un garage a Fiesso d'Artico, in cui fu trovato l'arsenale di armi. Per quel ritrovamento Baldan, a quel tempo un insospettabile (era manager di una nota ditta di spedizioni) e Nalesso, furono condannati per il possesso di armi, rispettivamente a 5 e 7 anni. Successivamente Nalesso, Monetti e Rampini vennero arrestati dai carabinieri di Padova per l'assalto al portavalori.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci